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Rimini, patenti italiane valide in cambio di false bulgare

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Un giro di patenti italiane valide in cambio di false patenti bulgare è stato scoperto dalla Polizia Stradale di Rimini. L’ingegnosa truffa si avvaleva di un meccanismo molto semplice che sfruttava i buchi del sistema informatico della Motorizzazione Civile (falla oggi risolta). 

Attraverso la patente falsa, veniva richiesto alla Motorizzazione il tagliandino per poter guidare anche in Italia. Visto che la Bulgaria è un Paese Comunitario e che non è ancora attiva una Banca Dati europea per le patenti, il rilascio avveniva senza ulteriori verifiche. La procedura permette di generare una patente definita virtuale, in quanto generata nel sistema informatico della Motorizzazione senza però essere rilasciata. In un secondo momento, dopo due o tre mesi, gli indicati denunciavano lo smarrimento della patente (quella falsa, ma con il tagliandino “regolare”) e così veniva fornita loro una patente italiana “genuina”, il cosiddetto duplicato.
I documenti di guida che si riuscivano a ottenere erano soprattutto quelli CD/DE per condurre camion e autotreni. Dagli accertamenti della Stradale è emerso che, una volta in possesso delle patenti italiane, i bulgari tornavano a volte nel loro Paese dove si facevano rilasciare il CQC (Certificato di qualificazione del conducente) valido in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea.
Gli autori del raggiro al momento indagati sono dodici (tutti bulgari sopra i 30 anni, tra cui tre donne), mentre le patenti sequestrate sono 24 tra Rimini, Cesena, Forlì, Ravenna e Siena. La polizia sta inoltre effettuando dei controlli su due agenzie di pratiche auto riminesi alle quali i delinquenti si rivolgevano dopo la denuncia di smarrimento. Gli autisti, che acquistavano le patenti per poter lavorare, spendevano dai 500-600 euro per le patenti B ai 1.000-1.500 euro per le patenti dei mezzi pesanti. Addirittura due di loro avevano trovato lavoro in aziende del territorio come conducenti di camion senza aver mai conseguito la patente necessaria.
Le indagini, che sono ancora in corso per risalire all’ideatore (o agli ideatori) del sistema, è iniziata attraverso un normale controllo incrociato con la Motorizzazione, da cui era emerso un numero inusitato di denunce di smarrimento di patenti bulgare. Sono stati sequestrati anche alcuni passaporti e falsi certificati di revisione.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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