Breve, intensa, ma soprattutto trasformistica visita di Matteo Salvini al Transpotec di Verona. Il vicepresidente del Consiglio, nonché ministro dell’Interno, ha partecipato sabato mattina, 23 febbraio, a un convegno di Alis, indossando la candida felpa con i colori dell’associazione guidata da Guido Grimaldi. Prendendo la parola ha prima chiarito che i porti si chiudono in alcune condizioni, ma si aprono quando dietro ci sono imprenditori interessati a investire e a creare ricchezza e quindi, facendo riferimento alla TAV, ha detto, volutamente sottovoce, «che se ho speso soldi per scavare un buco sotto la montagna preferisco spenderne ancora altri per farci poi passare dentro un treno anziché lasciare tutto lì. Altrimenti, finisce come sotto le armi: scava la buca, riempi la buca».
Altra infrastruttura ricordata dal vicepremier è stata la la Brescia-Verona-Vicenza, rispetto alla quale ha informato di aver «detto al Premier Conte che non esistono motivi per ritardare l’apertura dei cantieri, perché in questo caso i benefici sono di gran lunga superiori agli eventuali costi».
Quindi, avventurandosi in un tour per la fiera e attardandosi nel concedere un qualche centinaio di selfie con altrettanti trasportatori, Salvini è giunto nello stand di Conftrasporto-Confcommercio per incontrare il presidente Paolo Uggè. E qui dalla felpa bianca è passato a quella blu con il simbolo della FAI, una delle principali associazioni aderenti a Conftrasporto. Il colloquio tra Uggè e Salvini si è concentrato anche in questo caso sul nodo delle infrastrutture e sulle preoccupazioni del settore rispetto al rischio – riferito non solo alla vicenda della TAV – di isolamento dell’Italia nel panorama commerciale ed economico europeo e mondiale.
Infine, il ministro degli Interni si è anche intrattenuto in diversi altri stand e non ha disdegnato di indossare qualche altra variopinta felpa. Ma a Carnevale – si sa – ogni felpa vale!
