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Show di Moretti: «L’unico difetto del Sistri? Funziona!». Replica di Uggè: «Era un bidone»

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Ma quanto belli e vivaci erano i tempi in cui Mauro Moretti, dalla sua poltrona di amministratore delegato del Gruppo FS, lanciava strali contro i camion e il trasporto su gomma. Ce ne rendiamo conto oggi quando, pur avendo scarse occasioni, non si lascia scappare ogni minima occasione pur di ripetere quel repertorio tanto consumato quanto efficace. E l’occasione è stata data dal Sistri, l’evanescente sistema di tracciabilità dei rifiuti, realizzato e gestito da Selex, società appartenente a Finmeccanica, vale a dire il Gruppo che attualmente Moretti dirige, seppure ormai da un anno abbia dato disdetta del contratto di gestione. Ebbene, l’uomo che ha il merito di aver sanato i bilanci delle Ferrovie italiane, ha detto – intervenendo agli Stati Generali sui cambiamenti climatici – che il Sistri ha un unico difetto: «Funziona». E funzionando – ha aggiunto «controlla a ogni metro il camion che trasporta rifiuti nocivi. E questo dà fastidio. Dopo però non veniamo a lamentarci che ci sono le terre dei fuochi».

Per il resto Moretti ha spiegato che sistemi analoghi e ugualmente complessi rispetto al Sistri esistono anche in altri paesi e che anzi «non si riesce a capire perché in Italia sia stato demonizzato».

Dichiarazioni così morettianamente “fuori dal coro” che non potevano passare inosservate. Tanto che a stretto giro di posta Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto, ha subito voluto replicare che le imprese di autotrasporto si sono opposte al Sistri, giudicandolo «non funzionante, obsoleto, non in grado di combattere il sistema delle ecomafie e non applicabile ai vettori europei», ma non sono state certe sole a esprimere tale contrarietà. «Lo hanno anche fatto, tra gli altri – ricorda Uggè – l’attuale ministro all’Ambiente Gianluca Galletti; il procuratore antimafia Catello Maresca, che lo ha affermato di fronte alla Commissione parlamentare d’inchiesta; i giudici di diversi tribunali che si sono pronunciati sui ricorsi dai operatori del trasporto». E anche il click day – aggiunge il presidente di Fai-Confrasporto – «organizzato proprio per valutare l’efficienza del sistema di tracciamento dei rifiuti pericolosi … ha dimostrato chiaramente che così com’era stato ideato e costruito era un bidone».

Paolo Uggè ha anche ricordato che è stato l’intervento delle Autorità comunitarie che ha imposto al nostro Paese di bloccare l’applicazione del sistema. «Può darsi – ha concluso – che qualche trasportatore sia un tacchino, ma è sempre meglio che essere come quegli struzzi che, secondo una leggenda, metterebbero la testa sotto terra per non guardare i pericoli, come forse sta facendo qualcun altro».

Bene, bravi, bis!

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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