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Strisce blu e finti autovelox: i vigili chiedono istruzioni

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I finti autovelox e le soste prolungate oltre l’orario pagato sono ancora al centro di polemiche. Ieri i ministri Maurizio Lupi e Angelino Alfano hanno incontrato Piero Fassino in qualità di presidente dell’Anci, per dare risposta a due questioni aperte: chi sfora l’orario pagato per il parcheggio del proprio mezzo sulle strisce blu incorre a sanzioni oppure deve semplicemente riconoscere la somma mancante? E, ancora, i finti autovelox sono fuori legge e pericolosi?
Le risposte, per molti poco chiare e discutibili sono state: sulla regolamentazione della sosta, questa «è competenza dei Comuni che ne definiscono le modalità con proprio atto deliberativo. Per le zone a strisce blu, laddove la sosta si protragga oltre il temine per il quale si è pagato, la sanzione pecuniaria potrà essere irrogata solo in presenza di specifica previsione del Comune».
In merito ai finti autovelox, o meglio ai «dissuasori di velocità – comunemente definiti autovelobox – appare evidente che possano essere installati e operativi soltanto dissuasori dotati di effettivi dispositivi di controllo».
I vigili però brancolano nel buio dell’incertezza, tant’è che Stefano Manzelli, direttore di poliziamunicipale.it, il portale tecnico della polizia locale, in una nota afferma che «Sulla strada la polizia municipale non usa i pareri o gli accordi politici ma applica le norme. E al momento la questione dei ticket scaduti e dei box porta autovelox resta avvolta nel mistero per cui i vigili alzano le mani e attendono istruzioni normative» ritenendo che, per quanto riguarda i ticket scaduti «rimettere la vicenda in capo ai singoli regolamenti comunali significa differenziare inevitabilmente le procedure e le tariffe da comune a comune e creare un aggravio di spesa per il recupero degli importi tariffari evasi dagli utenti. Insomma un boomerang per le tasche dei contribuenti e tante carta in più per i comuni.» in merito ai finti autovelox, secondo il portavoce dei vigili «spetta ai ministeri mettere la parola fine alla questione. L’occasione è rappresentata dall’atteso decreto interministeriale che deve essere diramato dall’entrata in vigore della legge 120/2010. La polizia locale non può applicare le dichiarazioni politiche durante gli accertamenti di polizia stradale. Servono disposizioni normative chiare che al momento non esistono».

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