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Torna a crescere il mercato europeo dei veicoli da trasporto: ma è grazie ai leggeri

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L’Acea, l’associazione delle case costruttrici europee, ha diffuse le statistiche relative alle immatricolazioni di autocarri nel periodo da gennaio sino alla fine del periodo di vacanza nei Paesi dell’Unione europea (con l’esclusione di Malta i cui dati non sono disponibili, ma che anche non influiscono sul quadro generale). Entrambi i mesi estivi sono stati positivi, con luglio che ha fatto registrare un incremento del 9,5% e agosto solo un po’ più contenuto, essendo aumentato del 6,1%.

Con questi dati il mercato europeo chiude i due quadrimestri con un incremento del 9,1%, cioè con 1.171.120 unità, contro le 1.073.618 del 2013. Il dato è interessante perché testimonia una sostanziale tendenza alla ripresa, sia pure non omogenea sul territorio e soprattutto nel dettaglio delle tipologie dei mezzi.

Il primo dato che salta agli occhi è che il settore dell’autotrasporto pesante procede a strappi e, durante l’estate, è anche indietreggiato. Le statistiche percentuali delle varie categorie, sui totali nazionali, mostrano invece che la parte del leone la fanno i veicoli commerciali, quelli con massa totale a terra fino a 3,5 tonnellate.

Nell’insieme dell’Unione europea (non contando, oltre a Malta, neanche la Bulgaria perché non sono disponibili i dati distinti per fascia di mezzi) i veicoli “leggeri” rappresentano l’83% del totale. E con oltre 974 mila immatricolazioni, i mezzi fino a 3,5 tonnellate sono cresciuti dell’1,1% rispetto all’anno scorso.

Il quadro è ancora più chiaro se si considera che i veicoli pesanti – quelli di 16 e più tonnellate – cioè i veri protagonisti dei grandi flussi di trasporto merci (nonché vero indicatore dell’andamento delle attività economiche), negli otto mesi sono cresciuti solo del 3%, con il mese di luglio in calo del 4,1% e quello di agosto addirittura del 6,1% (ad agosto sono state registrate solo 13.005 immatricolazioni).

Per la cronaca il Paese con il maggior numero di “pesanti” immatricolati da gennaio ad agosto è la Germania, che ha totalizzato 39.428 unità su un totale di 135.837 mezzi di 16 o più tonnellate, pari al 29% del totale. Questo mentre nella statistica generale degli autocarri immatricolati di tutte le categorie di massa, il Paese leader è la Francia, con 265.713 unità (il 22%) sul citato totale di 1.171.120. E da notare che la Francia, rispetto al 2013 è in lieve calo dell’1%, mentre la Germania complessivamente cresce del 7,5%. La performance francese deriva appunto dalla grande incidenza dei mezzi leggeri: i “vehicules utilitaires”, come in Francia vengono definiti furgoni e furgonette, rappresentano infatti oltre l’89% delle immatricolazioni francesi di autocarri da gennaio ad agosto (236.652 unità su 265.713).

Con questi dati relativi ai “leggeri” e ai “pesanti” si intuisce che l’altra fascia di mercato, quella dei “medi” è poca cosa. In totale nelle tabelle dell’Acea ne risultano immatricolati 39.767, cioè il 3,4% del totale mercato.

E l’Italia? Nulla di nuovo sotto al sole, con i veicoli leggeri che, dopo una serie di tonfi clamorosi, riprendono a salire (anche perché più non si poteva andare) e i pesanti che continuano a marciare a corrente alternata. E comunque non bene. Ma se proprio si vuol trovare un motivo d’orgoglio, si può dire che con i nostri 84.166 (74.167 leggeri, vale a dire l’88,1%, 1.642 medi e cioè il 2,0%, e 6.932 pesanti per un 8,2%, cui vanno aggiunti i 1.425 bus) precede la Spagna di circa 350 unità. Magra consolazione…

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La redazione di Uomini e Trasporti

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