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Trasporti eccezionali, blocchi a sorpresa in A26, A10 e A12. Aite: «Chiederemo rimborsi al MIT»

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Per i trasporti eccezionali la misura sembra ormai colma. Se negli ultimi mesi il blocco a singhiozzo dei trasporti eccezionali sulla A26 Voltri-Gravellona Toce per i noti problemi strutturali aveva pesantemente penalizzato il traffico merci in territorio ligure, nella prima mattinata di venerdì scorso è arrivato senza alcun preavviso per i trasportatori il blocco permanente degli eccezionali sulla A26. Una decisione ancor più grave se si considera che almeno 50 trasporti – ora fermi – erano già in movimento. Il valore di un giorno di stop per un trasporto eccezionale è stimato intorno ai 1.500 euro ed è solo il costo diretto del mezzo che trasporta la merce e delle due vetture di scorta. Ci sono poi i costi indiretti come le navi che aspettano la merce e, per esempio, le penali da pagare da parte del cliente che ha ordinato la merce e che non la riesce a spedire nei termini.

Per complicare ulteriormente la situazione, nuove direttive del ministero delle Infrastrutture coinvolgono anche alcuni viadotti dell’A12 e dell’A10, per i quali sono già state disposte limitazioni, tra cui la sospensione del transito ai trasporti eccezionali, il divieto di sorpasso per tutti i mezzi pesanti e l’obbligo per camion e tir di viaggiare a una distanza che va dai 50 ai 100 metri l’uno dall’altro. I viadotti interessati sono i cinque “gemelli” Campodonico (si trovano tutti sulla A12 tra Rapallo e Chiavari), Sori, Recco, la rampa del casello autostradale di Chiavari (A12) e Voltri (A10). La Direzione di Tronco – comunica Aspi – individuerà nei prossimi giorni una procedura ad hoc per il rilascio delle autorizzazioni necessarie al transito di ogni ciascun trasporto eccezionale, che verrà sottoposta all’approvazione del MIT.

Durissima la reazione di Aite, l’associazione italiana trasporti eccezionali: «È un problema che si è creato da più di un mese, sul primo e secondo tronco gestito da Aspi – spiega Sandra Forzoni, segretaria nazionale di Aite – Ma se per il secondo tronco siamo in via di definizione anche per le verifiche e il nulla osta, il primo tronco viene ancora radiografato millimetro per millimetro».

«Quello che è vergognoso – aggiunge la Forzoni – è che purtroppo, senza alcun preavviso e con un diktat che non ha considerato categorie e operatori interessati e tutto il sistema economico che c’è intorno, dopo una riunione in serata al MIT il 6 febbraio, si è imposto immediatamente al mattino presto di venerdì un divieto intransigente per eccedenza massa su due svincoli importantissimi come quello di Pra’, che va verso l’A26 e l’A10, e di Arenzano, in direzione Voltri. Un provvedimento che ha fatto sì che convogli già carichi, con il preavviso pronto per il transito nella notte tra il venerdì e il sabato, sono bloccati dalla sera del 6 febbraio a oggi, per la maggior parte nell’area di servizio Marengo. Questi convogli sono carichi di trasformatori di Terna e altro materiale importantissimo, per il valore di milioni di euro. Al momento di Elledipi e Arienti ne sono fermi ben sette, con merce soggetta all’imbarco. E sappiamo bene che le navi non aspettano». 

Per l’Aite questi trasporti eccezionali avrebbero potuto essere utilizzati per altri viaggi: «Così si mettono in ginocchio le aziende – accusa la segretaria nazionale – È vergognoso come venga trattato il trasporto eccezionale, il servizio e anche la produzione. Chi doveva controllare – il ministero – non ha fatto nulla, chi doveva garantire vie alternative – Aspi – non si è mosso. Al trasportatore è stato solo chiesto di continuare a versare indennizzi, oneri e pedaggi senza nulla in cambio. Ma in questo caso nemmeno è stato ascoltato. Oltre tutto gli operatori dei trasporti eccezionali sono pressati da una committenza che non accetta giustificazioni. Per questo ho chiesto a Confindustria di andare insieme al confronto con Autostrade, ognuno con le sue richieste».

Vista la situazione che andava di giorno in giorno peggiorando sul tronco di Genova, l’associazione aveva già chiesto un incontro con Società Autostrade per il prossimo giovedì pomeriggio. Ma per trovare una via d’uscita è adesso necessario anche un faccia a faccia con il Ministero: «Al MIT – dice Forzoni –chiederemo indennizzi. Non possiamo infatti pensare di continuare a pagare risarcimenti e pedaggi per una struttura inutilizzabile, che ci crea solo disagio».

Nel frattempo l’Aite si sta muovendo per trovare soluzioni parziali alla crisi: «I trasporti che erano bloccati solo per dimensioni stanno per fortuna transitando, quelli fermati per dimensione e peso sono ancora fermi – afferma la segretaria – Abbiamo comunque proposto un’alternativa per la parte bassa bloccata da Arenzano, andando verso A10 e A26. Qui si potrebbe chiedere una deroga alla Direzione Generale Anas sulla SS1 Aurelia, facendo ovviamente una pre-verifica sulla situazione infrastrutturale. Se la viabilità lo consente, potremmo allora percorrere quel tratto di Aurelia verso Voltri. Anche perché l’ispezione autostradale disposta dal MIT può durare molto, troppo tempo».

«Siamo purtroppo di nuovo di fronte al solito problema di sistema italiano – conclude la Forzoni – Se uno lavora con passione e con correttezza, per un’economia sana e di sviluppo, non ce la può fare. Ciò vale specie in una situazione come la nostra dove il confronto non è tra una o due realtà, ma quotidianamente con una miriade di enti, con una discrezionalità decisionale enorme e con manufatti infrastrutturali in condizioni critiche. Il sistema, insomma, è oggi del tutto scompensato».

Ricordiamo che il settore dei trasporti eccezionali nel 2019, secondo i dati dell’Autorità Portuale di Genova, ha portato alla concessione di 5.000 permessi per trasporti eccezionali per una media di 15 mila viaggi circa.

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