ìPer risolvere i problemi del trasporto italiano Confcommercio ha anche indicato cinque possibili strade per migliorare lo status quo. La più interessante per le aziende di trasporto è la creazione del Registro internazionale dell’autotrasporto per arrestare il fenomeno della delocalizzazione. Creare cioè sulla falsariga di quanto avvenuto nel trasporto marittimo un sistema di decontribuzioni, defiscalizzazioni e semplificazioni significative per permettere agli operatori italiani di competere ad armi pari con gli stranieri. In questo ambito vanno superati gli ingiustificati doppioni di enti (il PRA si occupa in buona sostanza delle stesse cose dell’Archivio nazionale oppure la nuova Autorità di regolazione dei Trasporti replica l’Albo dell’autotrasporto).
Poi l’individuazione dei porti strategici, con sviluppo dell’intermodalità dei collegamenti terrestri e potenziamento delle Autostrade del Mare, in alternativa al trasporto merci tutto su gomma. «Si potrebbero così trasferire annualmente dalla gomma al mare oltre 12 milioni di tonnellate di merci, togliendo dalle strade oltre 700 mila camion, pari a 8 mila km di coda virtuale di traffico».
Terza indicazione: l’apertura di notte dell’Alta Velocità al trasporto merci tramite la realizzazione della “metropolitana italiana delle merci” sulla direttrice Nord-Sud del Paese. Ciò consentirebbe di superare le strozzature della rete tradizionale (limiti di sagoma e moduli che non consentono il trasporto di Tir e di container di grandi dimensioni), riuscendo a togliere, a regime, oltre 13 mila veicoli pesanti dalle strade.
Ancora: il trasporto su ferro dei Tir che arrivano via mare nei nostri porti dal Mediterraneo e che trasportano merce destinata all’estero. L’utilizzazione del servizio intermodale integrato gomma-mare-ferro ottimizzerebbe l’efficienza della catena logistica, ridurrebbe la congestione della rete stradale, eliminando l’attraversamento su gomma di parti del nostro Paese e rendendo più difficili eventuali forme di abusivismo da parte dei vettori stranieri.
Infine l’ avvio di una strategia nazionale in favore dell’accessibilità e della mobilità urbana che migliori l’efficacia e l’efficienza degli spostamenti, sia di merci che di persone, all’interno delle nostre città.
Come si vede nulla di particolarmente rivoluzionario. Bisognerebbe vedere anche qui la disponibilità della politica a lavorare su queste ipotesi, senza peraltro penalizzare il già tartassato settore dell’autotrasporto.