Secondo voi ci sono più trasporti merci oggi o nel 2006? Con un po’ di logica non è difficile rispondere: se si considera che in mezzo c’è stata una crisi economica di dimensioni strutturali, con ogni probabilità allora – vale a dire prima della crisi – le merci circolanti erano di più. A questa conclusione arriva pure uno studio elaborato dall’Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) su dati Eurostat, nel quale però a suscitare interesse è invece il dato relativo all’Italia, visto che da noi la flessione è stato del 30% più marcata che altrove. Fatti uguali a 100 i dati relativi all’anno 2006, la quota del trasporto merci su strada in Europa nel 2014 è stata 92,9, mentre la quota del trasporto merci su strada in Italia è stata 63. Ciò vuol dire che in 8 anni il traffico europeo delle merci su strada è calato di 7,1 punti percentuali, mentre quello italiano è diminuito di ben 37 punti percentuali.
La flessione drastica, come emerge dai dati Airp, c’è stata soprattutto nel 2009, ha rialzato leggermente la testa nel 2010 e poi si è nuovamente affossata nel biennio 2011/2012. Anzi, lo scarto netto tra Italia e resto d’Europa si è avuto proprio qui, quando da noi la diminuzione è stata di 27,7 punti percentuali rispetto al 2010.
A partire dal biennio 2013/2014, poi, c’è stata una ripresina timida in Europa, in Italia, invece, qualche segnale incoraggiante c’è stato nel 2013, ma nel 2014 si è assistito a una nuova flessione di 5 punti percentuali, portando di fatto la quota di trasporto merci su strada al livello più basso dal periodo ante-crisi.
Quali le ragioni di tutto ciò? Secondo l’Osservatorio sulla Mobilità Sostenibile di Airp occorre considerare l’incertezza economica dovuta alla crisi, il forte aumento dei costi dei carburanti, le criticità della rete infrastrutturale del trasporto stradale, la concorrenza delle aziende di autotrasporto straniere.