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Trasporto merci: le “magagne” del settore secondo Confcommercio

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Quali sono i principali problemi che affliggono il settore trasporto del nostro Paese? A questa domanda ha provato a rispondere – purtroppo lungamente – il direttore comunicazione e immagine di Confcommercio, Sergio De Luca.

Innanzitutto la marcia indietro sugli investimenti, che in 12 anni si sono dimezzati nei trasporti da 20 a 10 miliardi di euro. Poi la perdita di centralità nel Mediterraneo, dove l’Italia è poco integrata e cresce la concorrenza dei Paesi della sponda sud.

Terza questione: la burocrazia affonda i container. Per esportare una cassa mobile occorrono: 19 giorni e 1.195 dollari in Italia;  9 giorni e 1.015 in Germania;  10 giorni e 1.310 in Spagna.

Il trasporto merci su ferrovia è poco, lento e impossibile. Mentre in Germania tocca i 112 miliardi di ton/km (23,5% del traffico totale interno)  e in Francia i 32 miliardi di ton/km (15% del traffico totale interno), da noi si arriva appena a 19 miliardi di ton/km (13% del traffico totale interno).

Dall’altra parte l’intermodalità terrestre è un  percorso a ostacoli. In Italia su 21 interporti operativi, 13 sono al Nord. Il 71% dei container movimentati su ferro si concentra tra Verona (36%), Novara (21%) e Padova (14%).  

La rete ferroviaria è a collo di bottiglia: ci sono tratte con gallerie che, per limiti di sagoma, non consentono il trasporto di TIR e container di grandi dimensioni (con penalizzazione di  tutti i porti dell’Italia meridionale). Ancora: siamo al 13° posto su 25 paesi considerati per performance ferroviaria. Quasi un terzo dei principali porti italiani sono privi di un collegamento ferroviario diretto con la rete principale e circa il 40% non hanno un terminal ferroviario nel porto.

Non che sulle autostrade vada molto meglio. Ci sono oltre 72 mila km di autostrade nell’UE, di cui più della metà tra Spagna, Germania e Francia, mentre solo 6.726 km in Italia, pari a poco più del 9% della rete europea. Rispetto al parco auto circolante situazione uguale: 6,61 km ogni 10.000 autovetture in Spagna; 3,52 km ogni 10.000 autovetture in Francia; 1,81 km ogni 10.000 autovetture in Italia.

La velocità media attuale nei maggiori centri urbani italiani è a passo di lumaca e ricorda quella di fine ‘700: oscilla infatti intorno ai 15km/h e scende fino a 7-8 km/h nelle ore di punta. La congestione urbana è da record e costa 11 miliardi di euro l’anno. Tra le prime 100 città più congestionate al mondo, 5 sono italiane (Palermo, Roma, Milano, Napoli e Catania. Sul territorio italiano ci sono notevoli differenze: in Lombardia le migliori performance, al Sud le peggiori. In questa situazione da Apocalisse un solo raggio di sole: il fatto che i trasporti possono essere la chiave della ripresa. Riducendo infatti del 10%  tempi e  costi medi di trasporto, si potrebbe incrementare il PIL dello 0,7%, pari a 11,3 miliardi di euro. Una pia illusione, per il momento.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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