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Tribunale di Lodi: per avere lo straordinario l’autista deve fornire la prova

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Non l’avranno presa bene gli autisti dipendenti di un’azienda del Lodigiano che lo scorso novembre si sono presentati davanti al Tribunale del Lavoro di Lodi per vedersi corrispondere l’indennità di trasferta e lo straordinario. Il Tribunale, infatti, ha rigettato la loro richiesta in quanto ha giudicato insufficienti i prospetti e i documenti di trasporto prodotti. Il lavoratore che chiede di vedersi corrisposto un compenso per lavoro straordinario, cioè, è obbligato a dare la prova delle ore lavorate, distinguendo quella che è l’attività lavorativa normale, da quella straordinaria. Il giudice può far ricorso a una valutazione equitativa soltanto per quantificare il compenso, una volta accertato il diritto.

A complicare l’onere degli autisti, poi, è la tipologia del lavoro svolto, definito dal Tribunale “discontinuo” e “caratterizzato da attese non lavorate durante le quali il dipendente può reintegrare le energie psico-fisiche con pause di riposo”. In pratica per il Tribunale si può parlare di lavoro straordinario soltanto quando “sia convenzionalmente prefissato un preciso orario di lavoro e il relativo limite risulti in concreto superato” e dimostrato con una prova fornita dal lavoratore. Cosa che nella causa in questione non era stata prodotta. Ragion per cui il Tribunale ha dato ragione all’azienda datrice di lavoro. 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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