Sono salite a cinque le vittime dell’esplosione di ieri nel deposito Eni di Calenzano. Si tratta di Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Gerardo Pepe, Franco Cirelli e Davide Baronti. Tutti erano alla guida di autocisterne e si trovavano nell’area della pensilina di carico dello stabilimento. Anche se l’identificazione ufficiosa è stata già fatta, per quella ufficiale occorrerà attendere la prova del Dna.
Le vittime erano state registrate come visitatori dai dipendenti Eni insieme ad altri camionisti. La lista è stata affidata ai carabinieri che indagano con il coordinamento del procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli. L’ipotesi è quella di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose aggravate per la violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Chi erano gli autotrasportatori defunti
Vincenzo Martinelli, originario di Napoli, 53 anni, era residente a Prato dal 1998. Divorziato, aveva due figlie di 17 e 19 anni. I colleghi della Bt Transport lo descrivono come «una persona perbene e un gran lavoratore». Era entrato nella raffineria alle 10.15. Ricordiamo che l’esplosione è avvenuta solo cinque minuti dopo.
Carmelo Corso, nato a Catania, 57 anni, viveva a Calenzano ed è entrato nel deposito Eni appena quattro minuti prima che avvenisse la tragedia. Autista della Rat – Raggruppamento Autotrasportatori Toscani, società associata a Federtrasporti, era stimato dai suoi colleghi che lo ricordano nella sede di Calenzano come «grandissimo lavoratore e uomo molto esperto».
Davide Baronti, 49 anni, era nato ad Argena ed è praticamente vissuto sempre a Livorno. Autista della Mavet, è entrato nel deposito Eni alle 10,14. Padre di due bambini e sposato.
Anche Franco Cirelli era sposato e padre di due figli piccoli. Viveva a Cirigliano, in Basilicata.
Infine Gerardo Pepe veniva da Sasso di Castalda. Era nato in Germania, dove i suoi genitori erano emigrati per lavorare. I compaesani lo ricordano «persona dedita al lavoro, bravo padre di famiglia (la figlia ha 12 anni) e sempre disponibile con tutti».
Fai Conftrasporto: «Il Governo regolamenti le soste e i tempi di carico e scarico»
Dopo aver espresso il suo profondo cordoglio per le famiglie delle vittime, Paolo Uggé, presidente di Fai Conftrasporto, ha rivolto un appello ai ministri dei Trasporti e dell’Interno «perché siano garantite le norme di sicurezza, che esistono, ma che sono poco applicate, anche perché talvolta non tutti i committenti le rispettano».
«Il tema delle soste e dei tempi di carico e scarico, soprattutto per le merci pericolose – ha aggiunto – sono state poste da tempo anche dalle federazioni aderenti all’Unatras, ma nessun risultato è stato ottenuto. Adesso occorre intervenire ed affrontare il tema nel modo più adeguato per garantire una maggior sicurezza nelle attività di trasporto».