Una telecamera capace di “vedere” ciò che sfugge all’occhio umano e prevenire migliaia di incidenti ogni anno. È il cuore di SafeDrive, il nuovo sistema basato sull’intelligenza artificiale che due comuni toscani, Figline–Incisa Valdarno e Prato, stanno testando in anteprima nazionale. Non misura la velocità: intercetta guida distratta e mancato uso della cintura di sicurezza, due comportamenti che da soli pesano come un macigno sull’incidentalità italiana.
E i numeri parlano chiaro: 15% degli incidenti in Italia nel 2022 (oltre 37.000) è stato causato dalla distrazione del conducente, mentre quasi un terzo dei guidatori ancora non indossa la cintura. In un contesto dove flotte e autotrasportatori lavorano ogni giorno in condizioni complesse, tecnologie come questa potrebbero cambiare le regole del gioco.
Un autovelox diverso da tutti: non vede la velocità, vede il comportamento
Sviluppato da Sodi Scientifica, storico produttore italiano e partner ROADPOL, SafeDrive utilizza una combinazione di:
- telecamere ad alta risoluzione
- illuminatori IR per qualsiasi condizione meteo
- lettura targhe automatizzata
- un algoritmo AI dedicato ai comportamenti pericolosi
Il dispositivo può essere montato su pali, cavalcavia o supporti esistenti e monitora costantemente corsie di traffico fino a 70 km/h, individuando in tempo reale:
- uso del cellulare (telefonate, messaggi, scrolling, digitazione)
- mancato uso delle cinture da parte di conducente e passeggero anteriore
- violazioni combinate (telefono + cintura slacciata)
È un controllo impossibile da garantire con continuità da parte delle pattuglie e che nessun autovelox tradizionale può offrire.
Come funziona il test: l’AI segnala, la pattuglia ferma
Quando la telecamera riconosce un comportamento a rischio, invia un segnale — in meno di un secondo — a una pattuglia posizionata 200–300 metri più avanti. Gli agenti verificano visivamente la violazione (a garanzia della privacy e della piena conformità normativa) e fermano subito il veicolo.
La privacy è integrata “by design”: i volti dei conducenti vengono automaticamente oscurati, tranne nei casi in cui la legge permette l’identificazione.
I primi risultati: 30 violazioni al mese solo a Figline–Incisa
Il test è attivo da maggio 2024 sulla SR69. L’interesse pubblico è altissimo: molti automobilisti hanno notato la “antenna lunga” montata accanto alla telecamera tradizionale.
Secondo il comandante Alessandro Belardi, il sistema è rapido e preciso:
“Rileva istantaneamente l’uso del telefono o la cintura slacciata. Durante il test, fermiamo subito i trasgressori. L’obiettivo è migliorare la sicurezza, non fare cassa.”
Per ora, la media è di circa 30 violazioni al mese solo su una corsia controllata. Se i risultati resteranno positivi, l’installazione permanente è già sul tavolo.
L’AI come alleato nella sicurezza stradale
Per Paolo Sofi di Sodi Scientifica, l’automazione è un vantaggio:
“L’intelligenza artificiale seleziona solo i veicoli in violazione. Gli agenti non devono più fissare uno schermo: il sistema fa il lavoro sporco e rispetta la privacy.”
Ed è proprio questo il punto: con traffico crescente e distrazioni sempre più frequenti (smartphone, infotainment, messaggi), il controllo “comportamentale” su strada diventa fondamentale.
SafeDrive è progettato per contribuire agli obiettivi UE 2030 e ONU sulla riduzione degli incidenti legati all’uso del cellulare alla guida: un fronte che riguarda in prima linea anche trasporto merci, flotte e operatori professionali.
Cosa può cambiare per il settore del trasporto
Per chi gestisce mezzi pesanti o flotte aziendali, una tecnologia del genere può segnare un punto di svolta:
- meno incidenti causati da distrazione
- maggiore consapevolezza dei conducenti
- dati oggettivi su comportamenti a rischio
- condizioni più sicure nei tratti a maggior traffico commerciale
La vera rivoluzione? Non punire, ma prevenire.
Un test che può diventare uno standard
Se l’esperimento toscano confermerà la sua efficacia, potremmo presto assistere alla diffusione in altre città italiane di sistemi che non si limitano a rilevare la velocità, ma monitorano ciò che davvero causa gli incidenti: le scelte del conducente.
Per il trasporto professionale, un passo avanti decisivo verso una sicurezza stradale sempre più smart e predittiva.


