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Incidente A1 nell’Aretino, indagini per omicidio stradale plurimo. Autista grave, ma non in pericolo di vita

Il 58enne italiano alla guida del mezzo pesante che ha provocato l’incidente tamponando l’ambulanza sulla quale viaggiavano le tre vittime è stato sottoposto agli esami tossicologici. Tra le possibili cause, la distrazione oppure un malore, ma al momento non ci sarebbero ancora conferme ufficiale. Sulla vicenda è intervenuto Paolo Uggè richiamando il Governo a intervenire per la sicurezza stradale a tutela di chi lavora e viaggia sulle strade

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La Procura di Arezzo ha aperto un fascicolo per omicidio stradale plurimo in relazione al grave incidente avvenuto lunedì scorso nel tratto dell’A1 tra Arezzo e Valdarno, costato la vita a tre persone con il coinvolgimento di un Tir che, contrariamente a quanto riportato nell’immediato, non ha invaso la corsia opposta, ma avrebbe tamponato altri veicoli in un tratto già interessato da rallentamenti e traffico intenso. L’evento ha portato alla chiusura dell’autostrada nei due sensi di marcia e ha diviso in due l’Italia per più di 8 ore. A coordinare le indagini è il pm Francesca Eva, con accertamenti affidati alla polizia stradale. 

Secondo una prima ricostruzione, il camion carico di ghiaia avrebbe tamponato violentemente un’ambulanza della Misericordia di Terranuova Bracciolini, spingendola contro un altro mezzo pesante che la precedeva. L’urto ha causato la morte sul colpo dei tre occupanti dell’ambulanza: Gianni Trappolini, 56 anni, Giulia Santoni, 23 anni, rispettivamente autista e volontaria della Misericordia e Franco Lovari, 75 anni, il paziente trasportato.

Ferito in modo grave l’autista del Tir, un 58enne italiano, ricoverato in codice rosso all’ospedale di Careggi a Firenze, non sarebbe in pericolo di vita e starebbe rispondendo bene alle cure. Sotto choc quattro turisti olandesi che erano a bordo di un’auto con roulotte coinvolta con un pullman nello scontro.

Stando a quanto emerge dagli accertamenti, nel tratto autostradale interessato dall’incidente, dove non erano presenti cantieri, ma era interessato da traffico rallentato. L’autista del mezzo pesante è stato sottoposto agli esami tossicologici di rito: tra le ipotesi la distrazione alla guida oppure un malore, ma al momento non ci sarebbero conferme ufficiali. Intanto a Terranuova Bracciolini in provincia di Arezzo dove risiedevano gli operatori della Misericordia ieri è stato organizzata una veglia di preghiera e indetto il lutto cittadino.

Sull’accaduto è intervenuto Paolo Uggè, numero uno della FAI, l’associazione che già nelle scorse settimane era intervenuta per allertare sulla pericolosità del tratto toscano dell’A1. “Rivolgo un appello deciso ai responsabili delle politiche per la mobilità affinché vengano realmente applicate le norme sulla sicurezza nel settore del trasporto. Queste norme esistono, ma spesso non trovano piena attuazione –  ha detto Uggè – In molti casi, nonostante le dichiarazioni di principio, alcuni committenti continuano a disattenderle. Per questo rinnovo con forza la richiesta al Governo di affrontare con tempestività e determinazione il tema della sicurezza nel trasporto, per tutelare la vita e il lavoro di chi opera quotidianamente sulle strade“. “A nome della Fai – ha aggiunto il presidente – e di tutte le imprese associate, esprimo le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime del tragico incidente avvenuto ieri tra Valdarno e Arezzo. Prima di formulare giudizi, riteniamo doveroso che vengano svolte tutte le opportune verifiche. Non si possono emettere condanne preventive senza avere piena chiarezza sui fatti”. 

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