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Un lettore denuncia: «Il divieto sulla A27 devia il traffico su una SS Alemagna al collasso»

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La notizia del’introduzione del divieto di circolazione sulla A27 per i veicoli che trasportano merci pericolose ha creato molto sconcerto tra i nostri lettori. Non soltanto per la misura in sé, ma anche per il contesto infrastrutturale in cui si trovano ora a viaggiare i veicoli che a Vittorio Veneto sono costretti a lasciare l’autostrada e a proseguire lungo percorsi alternativi. Molto puntuale, al riguardo la mail inviataci (unitamente alla foto che vedete sopra) da A.V. che di professione fa l’autista per una società che trasporta carburanti e che sottolinea come «la provincia di Belluno (Cadore, Comelico ecc.) e il confinante Alto Adige (Val Pusteria ,Val D’Ultimo) sono zone frequentatissime per lo scarico di queste tipologie di merci». Senonché «partendo dai depositi di Venezia il percorso più breve per arrivare a queste destinazioni» passa attraverso strade che attualmente versano in condizioni critiche. In che senso lo ricorda lo stesso lettore: «Per evitare tale tratto di autostrada, la deviazione in loco è sulla SS 51 Alemagna che, a fine giugno di quest’anno, tra il km 21.400 e il km 21.900, è stata interessata da una frana». Inizialmente «per alcuni giorni c’è stata una chiusura totale e quindi l’Anas ha ripristinato la circolazione a senso unico alternato dalle ore 06.00 alle ore 20.00. Fuori da questo lasso di tempo la strada è chiusa al traffico».

Ora, fino a quando il divieto di circolazione sulla A27 era limitato ai veicoli che trasportano merci suscettibili di contaminazione dell’acqua, il traffico sulla statale era contenuto. Adesso che si è allargato a quelli che viaggiano con merci pericolose, sottolinea A.V., «il traffico è aumentato a dismisura». Ma soprattutto ricorda che «la SS Alemagna in quel tratto è frequentata da motociclisti in vena di gara (sono molti gli incidenti mortali) e da gruppi ciclistici in allenamento data l’orografia della zona». Soltanto che sulla strada ci sono alcuni «punti molto tortuosi in cui due mezzi pesanti che si incrociano hanno difficoltà a passare: nell’agosto del 2001 un’autocisterna carica nell’incrociare un’auto si è spostata lateralmente fino a scendere sullo scolo delle acque piovane e urtare una parete di sostegno. A quel punto ha preso fuoco e il risultato è stato la morte dell’autista e diverse case bruciate nella piccola località di passaggio. Qualche chilometro prima, diverso tempo dopo, un’autocisterna vuota per incrocio malagevole è uscita di strada precipitando nella scarpata. Un’altra autocisterna in loc. S.Floriano ha “grattato” la parete rocciosa e fortunatamente ha provocato soltanto uscita del carburante». Ma a questi eventi che evidenziano l’alto tasso di pericolosità della strada bisogna poi aggiungere che d’inverno, molto spesso «quel tratto di strada viene chiuso temporaneamente per ghiaccio o perché la manutenzione del Anas in questi casi non viene effettuata in orari notturni».

Di fronte a una situazione di questo tipo il nostro lettore A.V. trova che divieti di circolazione come quelli ricordati siano gravosi per «chi usa la strada come luogo di lavoro», in quanto li costringe a fare lunghe deviazioni che «non soltanto aumentano i chilometri da percorrere, ma anche le ore di guida che si vanno a sommare alle già tante che si fanno giornalmente».

Da qui la conclusione di A.V.: «Questa situazione vergognosa costringe noi autisti a doverci sobbarcare sulle nostre spalle i problemi di una viabilità resa difficile dalla burocrazia e dall’inefficienza di società e istituzioni. Problemi che poi si ripercuotono sui residenti della zona, su altri utenti della strada, su chi è preposto al controllo del traffico e sulle società di autotrasporto».

Il messaggio è chiaro, la domanda che suscita è conseguente: cari signori coinvolti in questa vicenda, vogliano trovare una soluzione?

 

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