È notte fonda, intorno all’1.30, sulla Valsugana nel punto in cui attraversa il comune di San Giorgio in Bosco (Padova). In un tratto di strada urbana ma rettilinea una vettura di piccola cilindrata procede spedita, forse confidando sul traffico praticamente assente a quell’ora. Ma, stando a quanto appare dalle prime ricostruzioni, a un certo punto l’auto invade la carreggiata opposta esattamente nel momento in cui dall’altra parte sta arrivando un camion. L’impatto è violentissimo: Chiara Maschio, la ragazza di 20 anni di Bassano che è alla guida, muore sul colpo, Filippo Miotti, l’amico di 23 anni di Marostica che le era accanto, spirerà nel corso del trasferimento in ospedale, mentre Tommaso Chiurato, ventitreenne di Marostica che viaggiava nel sedile posteriore, viene ricoverato in ospedale a Padova in condizioni molto critiche, anche se, a quanto riferiscono gli ultimi aggiornamenti avrebbe ripreso conoscenza.
Fin qui l’incidente, che adesso, avendo provocato delle vittime, bisognerà cercare di ricostruire. Come detto, dalle prime ipotesi sembrerebbe che sia stata l’auto a invadere la carreggiata opposta. Ipotesi confermata e più volte ribadita anche da Mauro Stocco, autista di 42 anni di San Martino di Lupari che a quell’ora aveva già caricato polli vivi e stava marciando verso la sua destinazione. L’uomo, già sconvolto, sarà rimasto sorpreso dalla decisione del pubblico ministero competente di indagarlo per omicidio stradale. Di per sé non significa nulla: c’è stato un incidente, sono decedute delle persone e si indaga per individuare le responsabilità di quanto accaduto. Ed essendo coinvolto un altro veicolo si cerca in particolare di comprendere il suo ruolo rispetto all’accaduto. D’altra parte l’indagine non ha moltissimi strumenti di valutazione. Si possono valutare le tracce degli pneumatici sull’asfalto, le deformazioni, la loro posizione al momento dell’impatto, ecc per cercare di comporre lo scenario in cui sia avvenuto il tutto. In più ci sono le testimonianze: quella dell’autista del camion e, quando sarà in grado di parlare, dell’unico sopravvissuto tra i passeggeri dell’auto. E alla fine, ne siamo convinti, la verità verrà a galla e magari confermerà quanto appare dalle prime ipotesi e dal racconto di Mauro Stocco.
Dispiace soltanto che, non appena diffusa la notizia dell’imputazione nei confronti dell’autista del camion, questi sia già diventato responsabile. Come a dire che a provocare in qualche modo la morte dei due giovanissimi ragazzi sia stato il “solito” veicolo pesante. La cattiva immagine dell’autotrasporto, purtroppo, si costruisce anche così.