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Vicari al Consiglio Trasporti UE: «Per seguire l’innovazione, ci vuole un unico codice stradale europeo»

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«Non bisogna aver paura di correre veloce». È il primo commento del sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari rispetto agli argomenti trattati dal Consiglio dei ministri dei Trasporti dell’UE in corso ad Amsterdam. Ma il sottosegretario non si riferiva all’andatura con cui si viaggia per strada, ma al ritmo con cui le istituzioni devono seguire il passo dell’innovazione e, più in particolare, oggi devono «adeguare le convenzioni internazionali in tema di trasporti per arrivare a un unico codice stradale europeo, con norme identiche per tutti i cittadini dell’Unione». Il ragionamento di Vicari, cioè, è lineare: siccome oggi le innovazioni procedono spedite, siccome già adesso è possibile che più veicoli viaggino in convoglio senza essere guidati ma tramite connessioni wi-fi e radar, è praticamente impossibile per la burocrazia tenere questo passo. Ma, aggiunge il sottosegretario, è proprio «tramite le innovazioni sulle opere infrastrutturali per i trasporti che l’Europa può creare le opportunità per affermare la sua forza competitiva e generare nuova occupazione». L’innovazione cioè, nella visione di Vicari, va usata come « il volano per la crescita sostenibile anche nel campo del trasporto e della logistica».

Il Consiglio dei ministri dei Trasporti di oggi è chiamato tra le altre cose a valutare i risultati della manifestazione voluta da Melanie Schultz van Haegen, influente ministro dei Trasporti dei Paesi Bassi (anche perché quello in corso è proprio il semestre a guida olandese) che ha portato a Rotterdam, lo scorso 6 aprile, una serie di convogli (platooning) di veicoli a guida semi-automatica, condotti cioè soltanto dal primo, mentre gli altri lo seguivano tramite connessione wi-fi. Manifestazione che ha dimostrato come non soltanto questo sistema sia tecnicamente maturo, ma anche conveniente dal punto di vista ambientale ed economico. Infatti, sfruttando la scia aerodinamica del primo veicolo, quelli che lo seguono riescono a consumare dall’11 al 19% in meno di gasolio e quindi anche a contenere le emissioni di CO2. Inoltre, essendo i comandi dei veicoli interconnessi, quando il primo frena gli altri fanno altrettanto in una frazione di 0,1 secondi, un riflesso impossibile per qualsiasi essere umano. Infine, c’è da considerare che, viaggiando agganciati a una distanza di 15 metri, i veicoli in convoglio utilizzano una porzione di infrastruttura inferiore a quella che si sfrutta normalmente

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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