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L’Emilia-Romagna in vetrina al Transport Logistic

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Il Transport Logistic ha visto la vivace partecipazione di numerose realtà italiane che hanno colto l’occasione per presentare al pubblico internazionale l’offerta di servizi dedicati al comparto logistico. Opportunità colta anche dal Porto di Ravenna – presente con altri nodi logistici aderenti all’ERIC (Emilia Romagna Intermodal Cluster) – che in questo contesto ha organizzato la conferenza «Policies to enhance regional attractiveness & transport and logistics collaborative initiatives» (Politiche per rilanciare l’attrattiva regionale e le iniziative di collaborazione nel settore dei trasporti e della logistica). Dalla conferenza è emerso come l’Emilia Romagna si confermi tra le regioni europee a maggiore attrattività per gli investitori esteri. Secondo la relazione presentata da Alex Irwin-Hunt, analista del Financial Times, che ha curato una ricerca sulle «Città Europee e Regioni del Futuro», l’Emilia-Romagna risulta posizionata al nono posto in una comparazione tra 140 regioni europee in termini di potenziale economico, contesto imprenditoriale favorevole, connettività, capitale umano e stile di vita. Dall’analisi emerge che l’eccellente posizionamento complessivo potrebbe ulteriormente migliorarsi a fronte di una crescita del grado di connettività della regione con i sistemi produttivi globali, elemento sul quale l’Emilia Romagna presenta importanti margini di miglioramento.

Dalla conferenza è emersa poi la grande attenzione internazionale verso le potenzialità che rappresenta il porto di Ravenna nell’ambito dell’intermodalità, grazia alla disponibilità di oltre 23 km di banchine e di più di 2.000 ettari di superficie. Il direttore operativo del porto, Mario Petrosino, ha sottolineato come lo scalo ravennate si trovi al quarto posto in Italia per merce movimentata (27 milioni di tonnellate nel solo 2022), con 27 terminal privati e 8.000 treni movimentati all’anno. Il porto, inoltre, si posiziona al secondo posto dopo Trieste in termini di intermodalità. «Abbiamo in corso importanti investimenti – ha confermato Petrosino – che vanno dalla realizzazione dell’impianto di rigassificazione all’ammodernamento dell’hub portuale». Su quest’ultimo progetto, in particolare, «si sta lavorando da 20 mesi al rifacimento di tutte le banchine operative del porto, al dragaggio dei fondali (per portarli a una profondità di -14,50 metri entro il 2026) per permettere l’accesso a imbarcazioni più grandi, alla realizzazione di piattaforme logistiche, terminal, di nuove stazioni e raccordi ferroviari». Ma un altro elemento interessante di questo progetto di riqualificazione dello scalo è la messa a disposizione di circa 300 ettari di aree libere, tutte da urbanizzare, di cui 80 sono di proprietà del principale terminal del porto, il Gruppo Sapir. «Questa particolarità ci sta facendo essere attenzionati da tante imprese e multinazionali – ha osservato Petrosino – e siamo sicuri che su queste aree verranno fatti investimenti che miglioreranno ulteriormente la posizione dell’Emilia Romagna nella classifica tra le regioni europee a maggiore attrattività per gli investitori esteri».

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