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Cyberattacchi in crescita: perché il trasporto è nel mirino degli hacker | Truckani Tech ep.9

Negli ultimi anni gli attacchi informatici contro le aziende di trasporto sono diventati sempre più frequenti, mettendo a rischio la sicurezza dei dati e l’operatività quotidiana. Ma quali sono le ragioni per cui si attacca un’impresa di trasporto, quali sono i tipi di attacchi più comuni e come ci si difende? Ne parliamo in questo nuovo episodio della Truckani Tech, in collaborazione con Geotab e con il contributo scientifico di TTS Italia e Freight Leaders Council, dove mettiamo a fuoco il tema della cybersicurezza

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Nel 2024 il settore dei trasporti italiano ha registrato quasi 60 attacchi significativi, più del quadruplo rispetto al 2020, con un tasso di crescita medio annuo del 48%. I dati sono tratti dall’ultimo report del Cyber Defense Center di Maticmind. A livello europeo, invece, il trasporto è stato il secondo settore più attaccato, secondo solo alla pubblica amministrazione (dati Enisa).

Le minacce più diffuse? In testa c’è il ransomware, capace di bloccare interi sistemi aziendali per estorcere denaro. Seguono gli attacchi DDoS, che mandano in tilt siti e server, e il phishing, che sfrutta email ingannevoli per carpire dati sensibili. Gli obiettivi degli hacker sono perlopiù economici, ma non manca la dimensione geopolitica: colpire la logistica significa colpire un’intera economia. Emblematico il caso Maersk del 2017, quando il malware NotPetya paralizzò per due settimane le operazioni globali del colosso marittimo, causando all’azienda centinaia di milioni di dollari di danni, con conseguenza anche sull’intera filiera logistica mondiale.

Ma quali sono gli strumenti disponibili oggi per difendersi da una situazione di questo tipo? Una buona prassi è innanzitutto quella di programmare regolarmente backup, così da avere a disposizione più copie dei propri dati in caso di un attacco informatico. Molto utili anche i sistemi di segnalazione interna come le piattaforme di whistleblowing e le polizze assicurative dedicate, anche se sono ancora costose e con coperture limitate.

Ma la vera arma è la formazione: aumentare le competenze digitali dei dipendenti resta il modo più efficace per prevenire attacchi che, nella maggior parte dei casi, sfruttano l’anello più debole e vulnerabile della catena, quello umano.

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