Veicoli - logistica - professione

HomeUeT BlogLa salute vien guidandoSpondilosi e problemi vertebrali, ecco le malattie del trasportatore

Spondilosi e problemi vertebrali, ecco le malattie del trasportatore

Secondo una ricerca dell’Inail sono queste patologie della schiena le malattie professionali che colpiscono maggiormente i conducenti. Seguono alcune forme tumorali, come quella alla laringe, alla vescica e alla trachea-bronchi-polmoni

-

Sono la spondilosi – una condizione degenerativa della colonna vertebrale – e altre patologie dei dischi intervertebrali le malattie professionali che più colpiscono gli autotrasportatori. A sostenerlo è la ricerca dell’Inail «Malprof, le malattie professionali nel settore del trasporto su strada». Lo studio analizza – in funzione dei parametri comparto/settore, mansione e agente – i dati sulle malattie contenuti negli archivi assicurativi dell’Inail e nel sistema di sorveglianza Malprof, che raccoglie e classifica le segnalazioni di malattie lavoro-correlabili che pervengono ai Servizi di prevenzione delle Asl.

LE MALATTIE PROFESSIONALI DEL TRASPORTO SU STRADA

In particolare, il report dell’Istituto ha esaminato la correlazione tra settore industriale e malattia, utilizzando il cosiddetto Prr (Proportional reporting ratio), ovvero l’indicatore che confronta il peso di una specifica patologia nel settore dei trasporti su strada con il corrispondente peso nei restanti comparti.
Dai dati Malprof è emerso che la spondilosi rappresenta la principale malattia associata al comparto, con un Prr di 3,74. Seguono le patologie dei dischi intervertebrali, con un Prr di 3,20. Anche alcune forme tumorali hanno una rilevanza significativa, come quella alla laringe (1.58 di Prr), alla vescica (1.44 di Prr) e alla trachea-bronchi-polmoni (1.30 di Prr). Inoltre, tra i lavoratori del settore, i “conduttori di mezzi pesanti e camion“ risultano essere la categoria più colpita da patologie associabili alla loro professione, con il 43.8% di nessi causali positivi tra il 2010 e il 2019.

CALANO LE DENUNCE DI MALATTIA NEL TRASPORTO. GLI ULTRACINQUANTENNI I PIÙ COLPITI

Peraltro, per i trasporti su strada si registra una riduzione delle denunce, che passano dalle 501 del 2017 alle 289 del 2021.
Nelle segnalazioni pervenute tra il 2010 e il 2019 quelle con nesso positivo nella classe di età “50 e oltre” sono circa tre volte superiori a quelle per la classe di età “15–49 anni”. Secondo gli autori del report, una possibile spiegazione di tale divario è legata ai nessi causali riferiti ai singoli periodi lavorativi, che divengono presumibilmente più numerosi con il crescere dell’età del lavoratore.
Per quanto riguarda gli altri settori limitrofi a quello del trasporto, nel periodo 2010-2019, il comparto delle costruzioni è al primo posto per numero di segnalazioni di malattia professionale.

L’INSORGENZA DEL RISCHIO NELLE MALATTIE LAVORO-CORRELATE

Dall’analisi dei dati Malprof, sono stati inoltre calcolati i valori di Prr che evidenziano non solo l’insorgenza di malattie professionali, ma anche di patologie collegate al lavoro. Si tratta di malattie dell’apparato muscolo-scheletrico e dei nervi periferici, che possono insorgere con l’avanzare dell’età a prescindere dal tipo di occupazione, ma per le quali l’esposizione professionale può contribuire a uno sviluppo più precoce o a un aggravamento. Tra queste, le più diffuse, soprattutto per gli autotrasportatori, sono le patologie che colpiscono schiena e arti superiori.

L’Inail riferisce infine che “tra il 2015 e il 2019, il settore del trasporto su strada in Italia ha registrato un incremento occupazionale del 6%, passando da 521.700 a 552.900 addetti. Nella valutazione del rischio tecnopatico per questi lavoratori, bisogna considerare che le loro attività non si svolgono in un luogo fisso ma in ambienti differenti, su mezzi con tipologie costruttive, condizioni manutentive e carichi trasportati diversi. Oltre ai rischi di incidente stradale vanno tenuti presente perciò anche quelli per la salute quali: posture fisse e prolungate, vibrazioni trasmesse al corpo intero, movimentazione manuale dei carichi, condizioni climatiche avverse, esposizione ad agenti chimici dispersi nell’aria.
Anche fattori di fragilità individuale, stili di vita e percezione del rischio da parte dei lavoratori possono incidere sul rischio tanto di infortuni quanto di malattie.
I dati presentati nella scheda possono quindi essere utili – conclude l’Ente – ai fini della programmazione di attività di prevenzione mirate nel settore individuato.

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link