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La Legge di Stabilità riduce di 70 milioni i fondi per l’autotrasporto: ecco le voci più a rischio

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Non c’è ufficialità, ma i numeri sono numeri: dalle tabelle allegate alla Legge di Stabilità che ha ottenuto il via libera del Consiglio dei Ministri nella tarda serata di martedì 15 ottobre – ultima data utile per inviare il testo a Bruxelles – viene fuori uno stanziamento destinato all’autotrasporto che ammonta a 330 milioni. Ciò significa che rispetto ai 400 stanziati negli ultimi sette anni mancano all’appello 70 milioni.

Questo cosa significa? Per adesso ancora non molto. Un po’ perché l’atto normativo che ingloba quella che un tempo veniva definita Legge Finanziaria è un decreto e come tale va convertito entro 60 giorni. E la conversione va fatta in Parlamento che ha tutto il potere di apportare delle modifiche – tramite emendamenti – al testo licenziato dal governo.

E per fare pressioni in tal senso il primo momento utile per l’autotrasporto è la riunione che le associazioni di categoria hanno in agenda il prossimo 22 ottobre con il sottosegretario Rocco Girlanda. Doppiamente utile, a dire il vero, perché in quella sede si potrà anche discutere la modalità con cui gli stanziamenti statali – i 330 milioni – verranno ripartiti. Modalità che poi diventerà il contenuto di un apposito decreto ministeriale.

Dal canto nostro possiamo provare a stilare delle ipotesi, chiedendo aiuto in tal senso a quanto ci ha raccontato Enrico Finocchi, direttore generale per l’autotrasporto presso il ministero dei Trasporti, in un’intervista che apparirà sul numero di novembre di Uomini e Trasporti.

Secondo Finocchi, infatti, «la misura più contestata da Bruxelles (a cui, come ricordato, la Legge di Stabilità è stata inviata pochi minuti dopo aver chiuso il Consiglio dei Ministri, ndr) è la riduzione dei premi Inail. L’abbiamo applicata per diversi anni per verificare se effettivamente i premi che pagano gli autotrasportatori sono superiori a quello che incassano come assicurazione per gli infortuni sul lavoro. Ma la Commissione europea ci aveva già messo in guardia: se rimborsate parte dei premi a un solo settore è un aiuto di stato».
il direttore generale ha poi spiegato che tramite una sperimentazione è stato accertato che «i premi attribuiti all’autotrasporto non corrispondono alla reale incidentalità, ma il ministero dell’Economia e la Corte dei Conti ci hanno detto di smettere la sperimentazione». Inoltre, c’è un altro problema: «l’Inail è– diciamo così – una società di mutuo soccorso. I premi attribuiti all’autotrasporto finiscono nel calderone del comparto dell’industria che, magari, sostiene un altro comparto, come l’agricoltura o l’edilizia. Insomma, ci vorrebbe una revisione globale dei premi Inail, il che è impensabile in tempi brevi. L’alternativa è far passare una norma che ci consenta una riduzione del 30% dei premi per l’autotrasporto in attesa di questa revisione. Ma la vedo dura».

Un altro utile indizio che emerge dalle parole di Finocchi e che potrebbe aiutarci a capire le voci di spesa in odore di riduzione è relativo ai rimborsi forfettari per le spese non documentate e al rimborso della quota del SSN sulla RCA. Il direttore generale, infatti, ha spiegato che «sono misure che tirano pochi fondi. Negli ultimi anni per entrambi sono stati stanziati 135 milioni, ma in realtà il tiraggio non arriva a 90. Quindi anche queste misure andranno riviste insieme con le associazioni e il Ministero dell’economia: o si eliminano, o si riducono, o si trova una soluzione alternativa per poter utilizzare i fondi».

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