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In Russia si fermano i trasportatori di cereali: «Tariffe di Stato troppo basse»

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Anche i Russi scioperano. Anzi sarebbe più corretto dire: i camionisti russi. Perché ormai da qualche giorno nelle regioni a sud del paese, in un’area estesa che va da Rostov a Stavropol, centinaia di autotrasportatori, circa il 70% delle aziende (il dato è dei sindacati, che ammettono però che ci sono adesioni spontanee, fuori dal loro controllo), mettono in atto blocchi del traffico e altre forme di protesta. La ragione è presto detta: le tariffe imposte dalle aziende di Stato per il trasporto dei cereali giudicate troppo basse per riuscire a sopravvivere. Pensate che per percorrere i 550 km richiesti dalla missioni di trasporto più frequente queste aziende pagano appena 20 euro. E comunque i trasportatori non chiedono la luna, ma di arrivare ad almeno 27 euro

In realtà in molti sostengono che gli autotrasportatori avrebbero già accresciuto i propri margini ricorrendo in maniera regolare al sovraccarico, ma negli ultimi tempi, anche a causa del deteriorarsi delle condizioni delle strade, la polizia ha intensificato i controlli. E ogni volta che un camion viene pizzicato con un carico superiore per peso a quello consentito rischia una sanzione fino a 8.000 euro

Intanto dalle locali aziende pubbliche replicano che non sono disponibili a trattare sulle tariffe di trasporto e minacciano di ricorrere esclusivamente alla ferrovia. Ma gli autotrasportatori non mollano e stanno ottenendo il sostegno anche da sindacati di altre categorie di lavoratori. A questo punto si attende una risposta da Mosca. Putin, che ha avuto colloqui con i ministri dei settori coinvolti, non ha ancora espresso la sua posizione, ma molto presto scioglierà, in un modo o nell’altro, il riserbo.

 

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