«Continueremo a lavorare con clienti che ci permetteranno di essere sostenibili». In questo proposito di Stefania Pezzetti, Ceo di BRT, c’è tutto il cambiamento che le è stato richiesto di apportare nell’organizzazione di uno dei principali corrieri italiani – oggi controllato dal gigante Geopost (Gruppo La Poste) – all’indomani dell’inchiesta della Procura di Milano che ha fatto entrare la società in amministrazione giudiziaria, durata fino all’aprile 2024.
Pezzetti, al timone di BRT da circa un anno e mezzo, ha raccontato a Uomini e Trasporti questo processo di trasformazione in corso – emblematicamente definito «Galileo» – destinato a segnare forti scarti rispetto al passato. Ma su una cosa la manager dalla lunga esperienza nei trasporti non arretra: «Grazie a una storia e un’esperienza del mercato quasi centenaria, siamo tra i primi operatori in Italia».
BRT sta portando avanti un piano per ridisegnare le attività e segnare un cambiamento gestionale. A che punto siamo?
Siamo entrati in amministrazione giudiziaria a marzo del 2023 e ne siamo usciti esattamente un anno dopo grazie alla fiducia che ci ha accordato il procuratore, riconoscendo la bontà di quanto fatto. Sono arrivata in BRT circa 18 mesi fa e quindi il mio operato inizia in quel momento, ma nel giro di sei mesi abbiamo invertito la traiettoria. Come? Innanzitutto, abbiamo iniziato un complesso percorso di stabilizzazione dei lavoratori in società compliant: per gli operatori di magazzino siamo a quasi il 100%, mentre per i trasportatori siamo a due terzi e conti amo di terminare entro il 2025. Ma non ci fermiamo qui: abbiamo definito il nostro piano Trasformational change e gli abbiamo assegnato un nome – Galileo – in grado di esprimere tutta la forza della riorganizzazione della filiera. Dentro ci sono le azioni richieste dalla Procura, ma anche altre azioni finalizzate a migliorare la nostra offerta nei confronti dei clienti, come per esempio la diversificazione dei prodotti con il potenziamento del fresh. Il cambiamento con il passato è evidente, ma siamo orgogliosi della nostra storicità, in quanto BRT è il terzo corriere espresso in Italia dove è presente da quasi cento anni con una quota di mercato del 17% (a pochissima distanza da Amazon e Poste Italiane).
Quando parla di stabilizzazioni dei lavoratori e trasportatori che cosa intende?
Intendo che abbiamo rivisto il nostro parco fornitori, inserendo realtà che hanno superato due diligence molto approfondite per quanto riguarda aspetti reputazionali e di sostenibilità finanziaria.
Alcuni autotrasportatori sono stati lasciati fuori…
Come già spiegato a tavoli istituzionali, abbiamo “lasciato fuori” le società che non hanno superato la due diligence, portata avanti da una società primaria nel settore con grande capacità di analisi. Ma vorrei sottolineare un punto: tutti i lavoratori sono stati salvaguardati, trovando una collocazione all’interno dei nuovi operatori con una corretta applicazione del contratto nazionale di settore e condizioni di lavoro in linea con le normative.
Avete attuato cambiamenti anche all’interno rispetto al rapporto con il personale?
Ci siamo messi al passo con i tempi innovando alcune modalità operative nei magazzini. Abbiamo introdotto figure professionali più conformi al nuovo modello operativo che contempla, per esempio, il potenziamento del customer service e l’inserimento dove possibile dell’intelligenza artificiale, senza toccare la forza lavoro. Stiamo portando avanti anche attività che, sebbene possano apparire più semplici, rivestono una grande importanza per la vita professionale delle persone. Ad esempio, offriamo un riconoscimento per gli scatti di anzianità e un omaggio, come una tutina con il logo aziendale, per i neo-genitori. Abbiamo inoltre investito sul volontariato aziendale con il Banco Alimentare e promuoviamo la parità di genere basata sulle competenze, oltre a rendere un po’ più orizzontale la gestione aziendale. Questo non significa eliminare la gerarchia, ma offrire maggiori opportunità di interazione a vari livelli. A tale scopo, ad esempio, ogni mese organizzo «il caffè con la Ceo»: un incontro virtuale con 10 dipendenti , provenienti da tutta Italia, che possono candidarsi per esporre le loro ambizioni, preoccupazioni e domande.
Tornando alla ristrutturazione: avete annunciato circa 600 internalizzazioni di personale. Ne avete in programma altre? Quanto c’è di contingente in questa misura e quanto di strategico?
L’obiettivo è di arrivare a 1.300 entro fine anno. Faremo del nostro meglio per raggiungerlo e per superare le diverse complessità, ma è chiaro che fa parte del piano strategico. Si tratta di un investimento sulle persone e se anche – com’è ovvio – non riusciremo ad assumere tutti i 9.000 operatori di magazzino oggi impiegati , saranno comunque tutti inquadrati , ci tengo a sottolineare, da società strutturate.

È un obiettivo reso ambizioso anche dalle tariffe estremamente contenute presenti sul mercato della logistica?
Vorrei chiarire che se utilizziamo personale esterno non è perché hanno contratti diversi, ma perché la logistica è un mestiere e occorre avere preparazione. È innegabile che il mercato sia soggetto a forti pressioni tariffarie. Proprio per questo motivo, ci impegniamo a fondo nell’innovazione dei processi, con l’obiettivo di offrire soluzioni di consegna diversificate. In questo modo, miriamo a generare un impatto positivo sui costi. Ma data questa premessa, resta fermo un punto: noi interagiamo soltanto con clienti che ci permettono di lavorare in maniera sostenibile.
Cosa pensa della reverse charge?
Credo sia una possibile soluzione per evitare situazioni analoghe a quelle verificatesi negli ultimi anni. Sono favorevole.
E dell’articolo 42 del nuovo Ccnl?
Per quanto mi riguarda ho sempre lavorato con l’articolo 42. Quando sono arrivata in BRT lo abbiamo introdotto immediatamente nei nuovi contratti.
Ai vostri fornitori imponete il divieto di subvezione?
Sì, nei nuovi contratti abbiamo un divieto assoluto. E tramite apposite società ne controlliamo anche il rispetto e in caso di inadempienza rescindiamo il contratto.
State facendo il report di sostenibilità? E cosa chiedete alla filiera?
Geopost, in qualità di capogruppo, sta lavorando alla redazione del report di sostenibilità. Anche noi stiamo valutando la possibilità di intraprendere un progetto simile, ma dobbiamo prima analizzare le nostre esigenze specifiche. Crediamo fermamente nell’importanza della sostenibilità e stiamo lavorando per misurare i comportamenti virtuosi. Alcuni nostri fornitori, in particolare quelli di maggiori dimensioni, stanno già producendo i propri rapporti di sostenibilità, mentre altri sono in procinto di farlo. Questo aspetto è di fondamentale importanza, poiché è essenziale ricordare che la sostenibilità non si limita all’ambito ambientale, ma include anche la dimensione sociale. E a quest’ultimo aspetto, come ho già sottolineato, attribuiamo grande valore.
La logistica sta scontando un disallinamento tra domanda e offerta di personale. Lo state riscontrando?
In questo momento no, è un problema che si presenta in coincidenza dei picchi stagionali. I nostri fornitori stanno investendo molto nella formazione.

Come sarà il bilancio 2024?
Abbiamo lavorato molto nel 2024 in investimenti strategici e continueremo a farlo nel 2025. I ricavi registrano una leggera flessione rispetto al 2023, ma sono in linea con le aspettative.
Infine, una domanda personale: qual è stato in questo anno e mezzo il passaggio più difficile? E quello più sorprendente?
Un passaggio che non era per niente scontato è stato il superamento dell’amministrazione giudiziaria dopo solo un anno. Inoltre, la notizia di queste settimane è la firma del decreto di archiviazione del procedimento 231 da parte del dott. Paolo Storari della Procura di Milano: altro motivo di orgoglio per l’intero team. La cosa più sorprendente, e di cui vado estremamente fiera, è l’essere riusciti, nonostante la complessità del periodo, a creare uno spirito di team e a mantenerlo. Ecco, questo secondo me è un grande risultato.
Questo articolo fa parte del numero di marzo/aprile 2025 di Uomini e Trasporti: un numero che contiene un’ampia inchiesta sul fenomeno della subvezione nell’autotrasporto, con numeri, approfondimenti e voci dal settore.
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