La logistica entra nel Piano Mattei per cercare una soluzione alla carenza di personale qualificato. E’ nell’ambito dell’iniziativa di collaborazione con l’Africa, lanciata dal governo Meloni a gennaio 2024, che si muove un progetto che sta per prendere forma in Tunisia per la formazione di personale specializzato da impiegare in Italia, tra cui anche magazzinieri e altre figure professionali della logistica.
Il piano, che si chiama “Promozione di canali legali di ingresso in Italia – Misure pre‑partenza e inserimento lavorativo di cittadini di Paesi terzi”, promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con l’agenzia Sviluppo Lavoro Italia (SLI) e finanziato con 13 milioni di euro dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) dell’Unione Europea, punta a portare in Italia da 1.000 a 3.000 lavoratori formati tenendo conto delle esigenze segnalate dalle aziende entro il 2028.
L’organizzazione del progetto non permette ancora di puntare sulla formazione di nuovi autisti professionisti per il trasporto delle merci in quanto non supera lo scoglio della Cqc: risulta infatti ancora difficile prevedere corsi così specializzati in un paese fuori dai confini Ue. Quindi non sarà (per il momento) l’occasione che molte aziende stavano aspettando per imbarcare nuovi autisti professionisti, sempre più merce rara in Italia (come nel resto d’Europa), ma rappresenta un laboratorio per avviare percorsi di formazione nei paesi d’origine con l’obiettivo di portare in Europa forza lavoro già specializzata, con una conoscenza sufficiente della lingua italiana, superando i limiti numerici del Decreto flussi. “Per ora stiamo lavorando su figure professionali da impiegare nei magazzini e nelle officine – spiega Alessandro Peron, Segretario generale di Fiap che sta seguendo il progetto da vicino – e nel frattempo valutiamo il tema dei corsi Cqc per gli autisti, ma dobbiamo considerare che si tratta di un progetto molto ambizioso che punta a percorsi di avvicinamento culturali. Anche le aziende da parte loro devono prepararsi ad accogliere modelli e culture diverse”.
Quella della formazione nel paese d’origine è una strada che anche altri progetti stanno esplorando. È il caso dell’iniziativa frutto della collaborazione tra l’IRU e la FAI, annunciata lo scorso giugno in occasione dell’Assemblea dell’associazione a Bergamo, che punta a formare autisti professionisti in Marocco. Stessa impostazione per quello seguito da NGV Italy, ma diretto verso l’India come annunciato dalla presidente dell’associazione che riunisce i produttori di biocarburanti, Mariarosa Baroni, durante l’evento a sostegno della neutralità tecnologica promosso dall’associazione a Roma il 25 giugno scorso.