Per contenere i consumi di un veicolo pesante ci sono tanti strumenti: un motore parsimonioso, un’aerodinamica amica del vento, una gestione del veicolo ottimizzata per percorrere meno chilometri possibili. Ma alla fine a fare la differenza è sempre un autista. Ed è proprio questa figura a essere celebrata dalla Driver Challenge di Astre Italia, una competizione, giunta alla terza edizione, che ha radunato sabato 8 novembre all’interno dell’Interporto di Bologna una quindicina di autisti provenienti da tutta Italia: professionisti della strada che, per un giorno, hanno trasformato la guida in una vera e propria disciplina sportiva.
Ma più che la velocità, a contare qui sono la precisione, la competenza e la sostenibilità. La sfida organizzata da Astre — uno dei principali raggruppamenti europei di aziende di autotrasporto e logistica — nasce con un obiettivo chiaro: promuovere una guida efficiente, sicura e consapevole, valorizzando al tempo stesso una professione troppo spesso trascurata, ma fondamentale per l’efficienza dell’intera filiera del trasporto.

Tre prove per decretare il migliore
Per salire sul podio non basta saper guidare bene: bisogna essere completi, padroni tanto delle regole quanto del mezzo. La competizione, infatti, si aticola in tre prove:

Quando la sfida diventa arte di equilibrio
- Il test teorico – 32 domande a risposta multipla su codice della strada, fissaggio e distribuzione del carico, sicurezza, primo soccorso e uso del tachigrafo. Una prova che separa chi “guida” da chi “conosce il mestiere”.
- La prova di manovra – Alla guida del solo trattore Mercedes-Benz (senza cioè il semirimorchio al seguito), gli autisti affrontano una chicane stretta delimitata da bancali, evitando le eventuali penalità che scatterebbero a ogni contatto. Poi, c’è una sfida di precisione: bucare con uno spillo fissato sul “muso” del trattore una serie di palloncini entro un tempo limite. E, per chiudere, il percorso inverso in retromarcia con parcheggio al millimetro.
- Il test di guida su strada – La prova regina. A bordo di un bilico da 44 tonnellate, tutti su un medesimo percorso interno all’Interporto di Bologna, tra rotonde, stop, frenate e ripartenze. I parametri valutati sono: tempo di percorrenza (25%), consumo di carburante (45%) ed eco-performance (35%).


Le differenze si sono giocate sul filo del decimo di litro. Molti concorrenti hanno mantenuto consumi tra 2 e 2,5 km/l, un risultato notevole per un tracciato così “stressante”. Ma a sbaragliare la concorrenza è stato Bruno Ciancio, 36 anni, autista del Caredio Group, autentico fuoriclasse dell’efficienza: 3,7 km/l, un valore eccezionale, seguito dal fratello Giovanni (3,3 km/l).
Due fratelli, due professionisti cresciuti nella stessa azienda e nella stessa cultura del rispetto per il mezzo. E non è un caso: la Caredio Group, impresa del Monferrato con quattro centri logistici e una forte specializzazione nel food & beverage, è un’azienda in cui la formazione e la cura del dettaglio sono di casa.
Perfino Edi De Rocco, organizzatore della Challenge e lui stesso due volte campione nazionale (e quarto a livello europeo) della Scania Young European Truck Driver, ha voluto misurarsi “fuori gara”: «Mi sono piazzato tra i due fratelli — ha raccontato — ma viaggiando un po’ più veloce. Sono davvero dei fenomeni».




Formazione, passione e orgoglio di mestiere
Sul podio, insieme ai fratelli Ciancio, è salito anche Mandeep Singh dell’azienda Avanzini di Nogarole Rocca (Verona), che grazie al primo posto nel test teorico e a ottime prestazioni nelle altre prove ha conquistato la seconda posizione ex aequo con il più giovane dei Ciancio.
Quest’anno niente premi costosi: solo coppe e gloria. Ma per gli autisti che partecipano, è già tanto. «Il livello di entusiasmo è altissimo — spiega De Rocco —. Molti mi scrivono nei giorni successivi per sapere come sono andati o dove hanno sbagliato. Si vede che ci tengono davvero».
Le aziende, dal canto loro, vedono nella Challenge anche un’occasione formativa. Alcune mandano i loro migliori autisti per puntare al titolo, altre scelgono di far partecipare i più giovani per farli crescere professionalmente. È anche così che si costruisce una cultura della guida efficiente e sicura
Verso la prossima edizione
Per il 2026, De Rocco promette qualche novità: «Vorrei rendere il format ancora più competitivo e accattivante. Mi piacerebbe inserire una fase di osservazione dei consumi “in diretta”, raccogliendo i dati da remoto, ma non è semplice. Ci inventeremo qualcosa».
La Astre Driver Challenge non è solo una gara: è un atto di orgoglio per una categoria che tiene in movimento il Paese. Dimostra che dietro ogni chilometro percorso c’è tecnica, responsabilità e passione. E che la sostenibilità non nasce da uno slogan, ma dal piede — leggero e consapevole — di chi il camion lo guida ogni giorno.



