Dopo due mesi esatti dall’annuncio del censimento, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato l’elenco ufficiale dei dispositivi e sistemi di rilevamento della velocità autorizzati sul territorio nazionale, previsto dall’articolo 1, commi 3 e 4, del decreto ministeriale del 29 settembre 2025.
La mappa online
La piattaforma, che è consultabile da chiunque al link: https://velox.mit.gov.it/dispositivi, è stata compilata dagli enti locali da cui dipendono gli organi di polizia stradale con i dati relativi agli autovelox in funzione sui propri territori. “Si tratta – assicura il MIT – di un passaggio essenziale per garantire la piena legittimità d’uso degli strumenti di accertamento delle violazioni dei limiti di velocità”. Tramite la piattaforma telematica, gli enti hanno indicato, per ogni dispositivo: marca, modello, versione, matricola ove presente, estremi del decreto MIT di approvazione o omologazione , nonché collocazione chilometrica (qualora necessario) e direzione di marcia. Tutti i dati trasmessi sono automaticamente pubblicati e liberamente consultabili sul portale istituzionale del Ministero.
Solo 3.600 in regola
Su circa 11.000 dispositivi, sia fissi che mobili, attualmente in dotazione sul territorio nazionale, sono poco più di 3.600 quelli censiti. Gli altri, i circa 7.000 sistemi di rilevamento rimasti fuori dal sistema, sono attualmente inutilizzabili ed eventuali multe risulterebbero nulle. Questo finchè i dati richiesti dal Mit non verranno inseriti nella piattaforma che, come previsto dall’articolo 5, comma 2, del decreto direttoriale n. 305 del 18 agosto 2025, può essere aggiornata anche dopo la scadenza, anche per eventuali nuovi dispositivi.
“A partire da sabato 29 novembre – precisa il Codacons – chi non ha fornito i dati richiesti non potrà più utilizzare autovelox sul proprio territorio, con una ulteriore conseguenza: le multe elevate da apparecchi non inseriti nel censimento saranno a tutti gli effetti nulle”.
Il nodo omologazione
Rimane tuttavia ancora in piedi il problema dell’omologazione: “il caos autovelox dura oramai da 20 mesi, da quando cioè la Cassazione ad aprile 2024 ha stabilito la nullità delle multe elevate dagli apparecchi approvati ma non omologati – ricorda il Codacons – Oggi quasi il 60% degli autovelox fissi e oltre il 67% di quelli mobili, oltre a non essere omologato, è stato approvato prima del 2017, data che fa da spartiacque in tema di omologazione e possibile utilizzo degli apparecchi, con conseguente valanga di ricorsi da parte degli automobilisti multati”.


