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Modello cinese per i porti italiani e sospensione dell’Ets: ecco l’agenda di Salvini per dicembre

La riforma della portualità in Consiglio dei ministri entro Natale con l’obiettivo di conquistare mercati esteri, mentre il 4 dicembre il Vicepremier porterà a Bruxelles la richiesta di sospensione dell’Ets per il marittimo che starebbe favorendo il ritorno alla gomma. L’annuncio durante l’Assemblea di Alis a Roma: “Chiediamo che ciò che viene dal mare – ha detto il presidente Guido Grimaldi – torni al mare” in termini di investimenti e sostegni, come il potenziamento del Sea modal shift e il ferrobonus. Ita Airways, Enav e Trenitalia aderiscono ad Alis

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Modello cinese per i porti italiani che potranno comprare altre banchine in giro per il mondo. La riforma, che prevede la creazione di una società per azioni, dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri entro Natale. Lo ha annunciato Matteo Salvini, intervenendo all’Assemblea di Alis, che si è svolta oggi a Roma. Il Vicepremier ha anche assicurato il suo appoggio al presidente di Alis, Guido Grimaldi, che ha chiesto la revisione della tassazione Ets in Europa, un aggravio per il trasporto marittimo delle merci alla base dello spostamento di quote di mercato a favore della modalità stradale che ha recentemente anche incassato il rinvio dal 2027 al 2028 dell’introduzione dell’Ets 2. “Giovedì prossimo (4 dicembre, ndr) – ha anticipato Salvini – sarò a Bruxelles per il Consiglio dei ministri dei Trasporti dove chiederò la sospensione della tassazione Ets che non porterà da nessuna parte e porta fuori competizione il comparto marittimo italiano”. Un sostegno al settore confermato anche dalla Premier Giorgia Meloni, intervenuta in video durante l’evento. “Il Governo è impegnato a sostenere il settore colpito da scelte europee ideologiche che ne compromettono l’equilibrio”, ha detto Meloni, ringraziando anche “tutti i lavoratori che fanno muovere ogni giorno le merci”.

La riforma dei porti è nell’agenda di dicembre del Governo. Salvini ha promesso di portare il provvedimento a Palazzo Chigi prima della pausa natalizia, mentre Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e vera anima del cambiamento sulle banchine ne ha difeso l’impostazione. “L’Italia – ha detto – deve puntare sulla propria potenza marittima. Finora ha avuto una visione troppo continentale per l’export”. Per questo, secondo il viceministro della Lega, l’impianto della riforma consentirebbe di “fare come hanno fatto i cinesi: andare a prendersi porti in altri paesi” per dominare i flussi. L’esempio è lo shopping cinese in Africa, Asia, ma anche nella vicina Grecia e il mezzo sarebbe la società Porti Spa che nascerebbe dalla riforma con il duplice compito di coordinare le attività e gli investimenti delle Autorità portuali e acquisire nodi infrastrutturali strategici. 

Il nodo dell’Ets è stato al centro dell’intervento del Guido Grimaldi, presidente di Alis e fondatore 9 anni fa dell’associazione che oggi conta oltre 2.500 aziende associate, a cui s’è aggiunta di recente Ita Airways, mentre oggi durante l’Assemblea hanno aderito Enav, l’Ente nazionale di aviazione civile rappresentato dall’amministratore delegato, Pasqualino Monti, e Trenitalia, rappresentata dall’ad Giampiero Strisciuglio. ”È necessario che l’Europa ritrovi una visione comune, scegliendo se essere un attore principale o un semplice osservatore dei nuovi assetti globali – ha detto Grimaldi – L’Europa deve sostenere le imprese nei percorsi di decarbonizzazione, innovazione e sicurezza energetica. Invece le sta tassando e ne sta compromettendo la competitività nel mercato mondiale. Pensiamo all’Ets e al Fuel-EU Maritime che stanno producendo distorsioni concorrenziali, perché applicate solo al trasporto marittimo, e geografiche, perché riguardano solo rotte intra-europee. Queste tassazioni rischiano di penalizzare ulteriormente imprese e cittadini europei. ALIS chiede una maggiore incisività del Governo italiano in Europa, affinché si possa lavorare alla revisione della Direttiva Ets o, almeno, affinché a livello nazionale ciò che proviene dal mare, ritorni al mare, cioè che i proventi derivanti dallo shipping vengano reinvestiti totalmente nello stesso settore. Secondo l’armatore ci sarebbe “un rischio di doppia tassazione: quella europea già in vigore con l’Ets e quella mondiale che sarà introdotta a breve dall’organizzazione marittima internazionale Imo con il Net Zero Framework”. Anche Marcello Di Caterina, vicepresidente dell’Associazione ha insistito sul tema: “Non vogliamo ripetere vecchi temi, ma portare avanti battaglie concrete, come quella sull’Ets a Bruxelles, per evitare distorsioni di mercato e garantire sostenibilità economica e ambientale equilibrata. Le risorse derivanti dall’ETS dovrebbero essere reinvestite nei trasporti marittimi, stradali e ferroviari per non compromettere la competitività del settore”. Ma per il momento – come ha confermato anche Salvini – il Sea modal shift a sostegno delle autostrade del mare e il ferrobonus per incentivare l’intermodalità ferroviaria hanno trovato nella legge di bilancio fondi (magri) solo fino al 2026. “Spero che possano essere finanziati anche nel 2027”, ha detto Salvini, ma senza alcuna certezza. 

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