Il quantitativo di treni merci che collegano la Cina con l’Europa diventa sempre più rotondo: da gennaio a settembre 2024, stando ai dati diffusi dalla China State Railway Group Co., sono stati 14.689 complessivi. Sono tanti o sono pochi? Dipende. Per rispondere bisogna stabilire delle comparazioni lineari e verificare innanzi tutto quante merci viaggiano su questi treni. La risposta è: 1,57 milioni di unità equivalenti a 20 piedi (TEU) di merci. E in effetti tale quantitativo è di certo in crescita – per la precisione dell’11% – rispetto a quello movimentato lo scorso anno. Quindi, da questo punto di vista il trend è positivo.
Poi, tutto è relativo, perché se si va a vedere quanti teu sono transitati complessivamente nei primi otto mesi del 2024 dai porti cinesi (quindi, un mese in meno rispetto al rilevamento dei treni) ci si rende conto che quel milione e mezzo è abbastanza poco, visto che per mare sono sbarcati in Cina 220,5 milioni di teu. Un dato peraltro in incremento dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Cosa che fa riflettere sullo stato dell’economia cinese a dispetto di quanto in questi ultimi tempi si pensi.
In ogni caso è certo che l’andamento del ferro cresce e lo conferma pure il fatto che per sette mesi consecutivi i convogli in viaggio hanno superato la soglia mai raggiunta in passato dei 1.600 convogli mensili, toccando 25 paesi europei e 226 città nel complesso. Anche se, per avere un dato più “pulito”, bisognerebbe capire se la crisi del mar Rosso abbia in qualche modo influito sulla spinta a optare verso questa modalità alternativa al mare.
Secondo l’operatore ferroviario di Stato cinese, in realtà, dietro la crescita del numero dei convogli ci sono gli sforzi compiuti nell’incrementare la produttività, in particolare rispetto alla velocizzazione delle operazioni di sdoganamento e alla creazione di un corridoio di trasporto internazionale attraverso il Mar Caspio.
Rispetto invece alle performance ottenute dalla portualità cinese, bisogna segnalare il successo in particolare di Shangai, arrivato a 4,51 milioni di teu con un balzo del 7,9%, seguito a ruota da Ningbo Zhoushan, che ha toccato la soglia dei 3,6 milioni di teu grazie a un incremento ancora più netto del 12,9%, potendo però contare su finanziamenti pubblici considerevoli, indirizzati alla creazione di infrastrutture che evidentemente sono servivi a innalzare l’efficienza operativa.