Oltre 9 conducenti di veicoli commerciali su 10 ritengono che lo stress da lavoro abbia un impatto negativo sulla guida e sono convinti che negli ultimi 5 anni il rischio di incidenti sia fortemente aumentato.
È uno dei risultati dell’indagine «The Unseen Toll: Driver Stress and Road Safety» (Il pedaggio invisibile: stress dei conducenti e sicurezza stradale)”, recentemente condotta a livello continentale da Geotab, gruppo specializzato nelle soluzioni per veicoli connessi, e presentata a Milano nel corso del Geotab Day lo scorso 27 maggio. In Italia questo dato è addirittura lievemente superiore alla media europea (94% contro 91%) e, tra questi, il 61%considera questo incremento significativo.
Il sondaggio, effettuato nel mese di aprile 2025, ha coinvolto 3.501 conducenti di veicoli commerciali (di cui 501 nel nostro Paese) in Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito.

La situazione in Italia
Osservando i dati per Nazione, l’Italia non ne esce bene dal lato sicurezza. In materia di abitudini di guida pericolose riscontrate, infatti, il 59% degli intervistati indica principalmente la distrazione causata dall’uso del cellulare al volante. Siamo i peggiori del Continente, dove la media è del 42%.
Altri problemi di rischiosità sulle strade comunemente osservati, anche nello Stivale, sono l’eccessiva velocità da parte di altri veicoli (39%) e la guida generalmente scorretta (37%), oltre alla presenza di biciclette e monopattini elettrici che non rispettano i semafori (35%).
Gli autisti italiani sembrano inoltre temere maggiormente, rispetto alla media europea, i terreni sconnessi. Ben il 71% dei rispondenti (contro il 64%) è infatti preoccupato che una buca possa causare un incidente o un infortunio.
Infine, gli autotrasportatori tricolori sembrano essere particolarmente consapevoli della rilevanza di stress e salute mentale come fattori chiave che contribuiscono all’aumento dei pericoli su strada (80%, rispetto al 70% della media degli altri Paesi). In un contesto in cui la ‘smart delivery’ comporta circa 200 consegne al giorno, oltre 4 conducenti italiani su 10 (44%) dichiarano di ricevere poco o nessun supporto da parte della propria azienda per quanto riguarda le questioni relative allo stress o alla salute mentale. Nonostante ciò, solo il 34% ha pensato concretamente di lasciare il lavoro nell’ultimo anno, il che si spiega probabilmente con una concezione italiana del lavoro più statica e stabile e quindi meno propensa al cambiamento.

Il 77% favorevoli alla tecnologia
Una buona notizia arriva invece sul fronte tecnologico. Con una certa sorpresa – spiega la survey Geotab – nello Stivale esiste una particolare propensione ad abbracciare l’innovazione. Quasi 8 autisti su 10 (77%, rispetto alla media europea del 69%) sono infatti favorevoli all’adozione di tecnologie per migliorare le prestazioni di guida. E sorprendentemente sono gli autisti più esperti rispetto ai giovani a premere su questo tasto. I risultati mostrano quindi chiaramente la necessità di investire maggiormente nell’assistenza ai conducenti, nella gestione dello stress e nella promozione di una cultura della sicurezza.
Trasporto merci lavoro usurante
Dove invece la situazione appare complicata è nelle tensioni che il lavoro di trasporto procura agli autisti. Le crescenti pressioni lavorative sembrano infatti contribuire attivamente allo stress. La metà dei trasportatori intervistati ha infatti ammesso di sentire regolarmente la necessità di infrangere i limiti di velocità per completare il proprio lavoro in tempo. Va detto però che in Italiaquesta situazione è stata segnalata solo dal 39% dei conducenti – contro una media ben più alta in Irlanda (64%), Paesi Bassi (62%) e Germania (59%).
Inoltre, quasi due terzi degli intervistati (64%) hanno dichiarato che sono il traffico eccessivo o i lavori stradali a rendere difficile il portare a termine tutte le consegne. Peggio di tutti la situazione di recapito in Spagna con il 78% che segnala problemi

Poca attenzione delle aziende alla salute mentale dell’autista
In questo contesto di crescente pressione lavorativa, molti conducenti non si sentono adeguatamente supportati dalla propria azienda. Infatti, circa la metà degli autisti (il 55% in Europa e il 45% in Italia) non si trova a proprio agio nel rivolgersi al datore di lavoro per ottenere aiuto in caso di stress e altri problemi legati alla salute mentale. Questa percentuale sale al 66% in Irlandae al 60% in Germania. Inoltre, oltre un terzo degli intervistati (37%) dichiara che il proprio datore di lavoro, per questo tipo di questioni, offre un basso o addirittura nessun sostegno, in particolare in Spagna (50%) e in Francia (48%).
Gli effetti delle tensioni accumulate ha comportato che il 47% degli interrogati abbia preso in considerazione l’idea di lasciare il lavoro negli ultimi 12 mesi (con punte del 66% in Irlanda e del 58% nei Paesi Bassi). Come sopra accennato, però, in Italiaquesto atteggiamento è meno diffuso, riguardando un conducente su tre.
Si tratta comunque di un problema complicato, in un momento in cui in Europa sono già vacanti oltre 200.000 posizioni lavorative nel settore: un numero che, secondo la società di consulenza McKinsey, è destinato a salire a 745.000 entro il 2028.


Le conclusioni
Sulla base di questi dati, Geotab conclude che affrontare queste sfide è fondamentale, sia per il benessere dei conducenti che per l’efficienza delle flotte: «Dare priorità alla sicurezza – ha spiegato Franco Viganò, country manager per l’Italia di Geotab – consente infatti di ridurre gli incidenti e contenere i costi assicurativi, di riparazione e di fermo dei mezzi.
L’implementazione di robusti programmi di sicurezza, supportati da dati raccolti grazie alla telematica e da modelli di intelligenza artificiale avanzati, permette interventi proattivi.
Individuando i rischi, promuovendo abitudini di guida più sicure e monitorando gli indicatori di benessere, le flotte possono aumentare la sicurezza, migliorare la produttività e ottenere significativi risparmi sui costi. E questo sfruttando la tecnologia, che i conducenti sono già pronti a adottare».