Le due questioni che attendono da anni una risposta efficace, ovvero tempi di pagamento e attesa alle soste per il carico/scarico delle merci, hanno trovato una soluzione, a nostro avviso, di tipo palliativo, perché, nella sostanza, non viene toccato il tallone d’Achille dell’attuale normativa.
Tutti sanno che la ragione per cui queste norme non hanno trovato applicazione in quasi venti anni di vigenza risiede nel fatto che, per far valere il diritto di essere pagato per le attese eccessive o per incassare le fatture emesse entro 60 giorni, occorre che sia il trasportatore a segnalare la violazione, denunciando il proprio cliente. Per coerenza si sarebbe dovuto intervenire sul vero punto debole dell’impalcatura giuridica, cioè sulla responsabilità del committente – che ha il coltello dalla parte del manico –, prevedendo, accanto alle azioni di parte, anche l’intervento diretto dello Stato.
È invece abbastanza evidente che, in base al nuovo testo, il committente non è molto più preoccupato di ricevere denunce dal proprio vettore, rispetto a ieri, in quanto rimane sempre al trasportatore l’onere di esporsi, direttamente o indirettamente. Sarebbe interessante, al riguardo, fare una verifica, magari tra un anno, sull’effettivo impatto di queste nuove norme sulle dinamiche di mercato. Siamo convinti – sperando di essere smentiti – che continuerà la situazione odierna di costante e impunita violazione della legge.
Qualcuno, anche tra le associazioni, ha messo le mani avanti dicendo, già da oggi, che la legge è ben fatta e, se non dovesse funzionare, sarebbe perché i trasportatori non sono stati capaci di usarla. Un paradosso come la storia dell’operazione ottimamente riuscita, nonostante il paziente fosse morto.
Le nostre proposte – che abbiamo avanzato in sede ministeriale – puntano a responsabilizzare la parte forte, commercialmente parlando, cioè il committente, attraverso l’intervento diretto sui controlli dello Stato, perché quelli che devono essere tutelati, oltre al diritto del trasportatore ad essere pagato, sono valori di interesse pubblico, quali la sicurezza, la trasparenza e l’efficienza del sistema logistico, tanto invocati nei convegni quanto negati nei fatti.
Nella fase di esame del DL Infrastrutture da parte del Parlamento, porteremo le nostre osservazioni e le nostre proposte, con l’obiettivo di rendere il testo più aderente alle aspettative delle imprese.