L’errore principale che un’azienda può commettere è quello di pensare di resistere davanti al contesto che muta, rimanendo sempre uguale a sé stessa. Spesso, se non si cambia, se non si sfruttano a proprio vantaggio le conquiste tecnologie mature, si rischia di spendere molto di più.
Tecnologia
Il camion in questo senso è esemplare: se non lo si cambia, non è vero che non si spende, perché un veicolo attuale rispetto a quello di 4-5 anni fa è in grado di percorrere anche 4-500 metri di più al litro e in più aiuta a comprimere i costi di manutenzione.
È un esempio, ma in generale dotarsi di strumenti tecnologici d’avanguardia non rappresenta una spesa, ma un investimento con cui ottimizzare il proprio lavoro.
Formazione
Quello che vale per gli strumenti di lavoro, vale anche per le persone. Perché ognuno di noi molto umilmente ha bisogno di dover aggiornare le proprie competenze, di arricchirle, integrarle con nuovo sapere in grado di farci muovere sul mercato con maggiore cognizione.
L’esempio anche qui si può riferire ai veicoli: quelli di nuova generazione funzionano in modo diverso, perché i motori girano su regimi più ridotti. E l’autista va messo al corrente. Vale a dire, bisogna impartirgli percorsi formativi per metterlo in grado di ottenere da quel mezzo quanto di meglio la tecnologia ha concepito. In questo modo, al primo vantaggio se ne sommerà uno ulteriore.
Nicchie
La formazione aiuta guardare il mercato con occhi diversi. Ed è un’attività fondamentale, visto che l’autotrasportatore non produce beni, ma fornisce servizi a coloro che commercializzano o producono merci. Quindi, se non tiene il passo delle esigenze di industria e commercio, si rischia di lavorare male.
Un tempo si era convinti che fosse importante far girare le ruote del camion, oggi bisogna cogliere il valore aggiunto richiesto da chi esprime una domanda di un servizio e valutare se effettivamente si è in grado di soddisfarla. Lo si può fare in generale, ma sarebbe opportuno se la propria competenza diventi specializzazione, nel senso che sia applicata in contesti di mercato meno affollati e in cui quindi anche le tariffe concedono maggiore gratificazione.
Collaborazione/alleanze
L’economia e, di conseguenza, il trasporto vivono una progressiva concentrazione. Oggi, sempre meno imprese controllano sempre più mercato. Non è un fattore da tralasciare se si vuole restare competitivi e, se questa valutazione la si fa in modo oculato, si arriverà in fretta alla conclusione che nessuno è un’isola e che quindi poter sommare le proprie forze con quelle altrui è soltanto un vantaggio.
Individuare i partner con cui tentare una collaborazione o un’aggregazione non è facile. Ma bisogna essere realistici e tracciare una circonferenza delle attività richieste sul mercato rispetto a uno specifico contesto. A quel punto diventa molto più agevole rendersi conto che spesso ciò che si vale dipende anche da quanto gli altri ci completano. A maggior ragione quando il lavoro è di squadra. E il trasporto lo è sicuramente.