Prezzi in aumento per il gasolio extrarete: da metà aprile il costo medio di un litro in Italia è passato da 1,163 a 1,177 euro al litro (al netto dell’Iva) con un rialzo dell’1,2%, ma si deve registrare l’impennata a metà maggio che ha portato il prezzo (comprensivo di Iva) a 1,207 euro, con un incremento del 3,8% rispetto a un mese prima. E’ quanto si ricava dal monitoraggio condotto da Figisc, l’associazione dei gestori di impianti di carburante, redatto per Uomini e Trasporti.

Il rialzo del prezzo registrato a metà maggio si deve principalmente alla modifica delle accise sui carburanti introdotta con un decreto dal Governo per riallineare le accise tra la benzina e il gasolio come richiesto dall’Europa. A partire dal 15 maggio 2025, è entrato in vigore il decreto interministeriale che ha aumentato l’accisa sul gasolio di 1,5 centesimi di euro al litro, mentre ha ridotto di pari importo quella sulla benzina. Oltre a questa misura che fa parte di un piano quinquennale volto ad allineare progressivamente le accise sui due carburanti, portandole entrambe a 67,25 centesimi di euro al litro entro il 2029, ci sono i rialzi delle quotazioni internazionali per i prodotti raffinati come benzina e gasolio che potrebbe riportare in su i prezzi anche nelle prossime settimane, già sopra le medie stagionali.
Rimangono le differenze territoriali per i prezzi. Al Nord si registrano i più bassi con un valore iniziale a metà aprile di 1,152 euro al litro arrivato il 26 maggio a 1,165 euro al litro con un incremento dell’1,1%, mentre al Sud i valori più alti con un passaggio da 1,181 a 1,196 euro al litro in rialzo dell’1,3%, mentre il Centro mantiene posizioni mediane con i prezzi che vanno da 1,157 euro al litro fino a 1,174 euro al litro, ma con incrementi più elevati pari all’1,47%.
Infine, uno sguardo ai consumi. Secondo l’Unione energie per la mobilità (Unem) nel primo quadrimestre di quest’anno le vendite dei carburanti sono state pari a 16,1 milioni di tonnellate, con un calo dell’1,4% (-237.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2024, dovuto soprattutto per la flessione del gasolio (-2,8%, -210.000 tonnellate) che ha contribuito per circa l’88% al totale delle perdite.