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6% è la percentuale dei committenti multati per sovraccarico del veicolo, sui tempi di guida la percentuale scende allo 0,6%

I dati della Polizia stradale diffusi nell’ambito di un convegno di Assotir da Massimo Campailla, avvocato e docente presso l’Università di Trieste, benché risalenti al 2022, forniscono un quadro delle difficoltà legate all’applicazione della corresponsabilità di filiera introdotta 20 anni fa dal dlgs 286/2005. “Occorre uno strumento tecnologico – ribadisce Campailla – che permetta di risalire la filiera”. Per il momento la maggior parte delle infrazioni rimane sulle spalle dei conducenti e delle aziende di autotrasporto

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Quando va bene la corresponsabilità di filiera in caso di infrazioni al codice della strada raggiunge il 6% dei committenti. Succede per il sovraccarico (articolo 167 del Cds) per il quale il 6% dei 37.003 verbali è riuscito a risalire la filiera dell’appalto dal conducente fermato sulla strada dalle forze dell’ordine fino al committente. Una pratica ancora per lo più sconosciuta nelle infrazioni all’articolo 174 del Codice della strada, ovvero lo sforamento dei tempi di guida e riposo: su un totale di 35.008 verbali, solo 225 sono stati indirizzati ai committenti del trasporto, contro il 75,8% di quelli formalizzati ai conducenti e il 23,3% alle aziende di autotrasporto. I dati, forniti dalla Polizia stradale e diffusi nell’ambito di un convegno di Assotir da Massimo Campailla, avvocato e docente all’Università di Trieste, seppure risalenti al 2022, forniscono un quadro dello stato di attuazione della norma introdotta dal decreto legislativo 286 del 2005 che mirava a legare le responsabilità tra i vari attori della filiera in un patto per la sicurezza stradale.

Ma a venti anni dall’introduzione della norma la corresponsabilità di filiera però appare sconosciuta e difficile da attuare. “La responsabilità condivisa, introdotta dal Dlgs 286 del 2005 rimane di difficile applicazione per mancanza di strumenti in grado di tracciare la filiera e contrastare la subvezione – ribadisce Campailla – Oggi abbiamo la tecnologia che ci permette di reintrodurre la scheda di trasporto abolita perché considerata un intralcio burocratico per le aziende. In realtà, era l’unico strumento che ci consentiva di risalire la filiera”.  Uno strumento che potrebbe consentire alle forze dell’ordine di individuare meglio le responsabilità in caso di violazione delle norme della circolazione stradale.

Analizziamo quindi quanto rilevato dalla Polizia stradale per le infrazioni più ricorrenti. Per l’eccesso di velocità (art. 142 Cds) il totale delle contravvenzioni nel 2022 era arrivato a 33.264, quasi tutte a carico del conducente, ovvero l’85,3% con 28.379 verbali. Ai committenti arrivano 1.254 multe che rappresentano il 3,8% del totale. Quasi nullo il coinvolgimento dei caricatori e dei proprietari della merce. 

L’eccesso di carico (art. 167 del Csd) come abbiamo detto rappresenta l’infrazione più “condivisa con i committenti”: su 37.003 contravvenzioni, il 51,8% è stata a carico degli autisti, il 36,7% dei vettori, il 6% dei committenti. Anche i caricatori e i proprietari della merce coinvolti più che nelle altre infrazioni con circa un 2,7% del totale ciascuno.

Lo sforamento dei tempi di guida e riposo rimane una trasgressione tutta sulle spalle degli autisti e delle aziende con il 75,8% delle 35.008 multe a carico dei conducenti e il 23,3% indirizzate ai vettori. Solo lo “zero virgola” delle multe arriva fino ai committenti e ai proprietari della merce.

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