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Salvini vuole accelerare sugli autovelox: “Censimento dei Comuni per sbloccare il decreto” 

Il titolare del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha scritto una seconda volta al presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi per sollecitare la ricognizione degli autovelox effettivamente usati sul territorio. I dati servirebbero per continuare il lavoro sul decreto interministeriale sulle regole di omologazione, bloccato dallo stesso Salvini lo scorso marzo per verificare dati e procedure, ma utile a sbrogliare l’ingorgo di ricorsi sulle multe per eccesso di velocità

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La vicenda sull’omologazione degli autovelox tiene ancora banco nei rapporti tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e i comuni italiani. Il ministro Salvini ha infatti scritto di nuovo al presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, per sollecitare “un aggiornamento sulle iniziative intraprese in merito alla richiesta di censimento dei dispositivi di controllo della velocità attualmente in uso presso i comuni italiani”.  Lo scorso 27 marzo, infatti, Salvini aveva scritto una prima missiva ai comuni e al ministero dell’Interno chiedendo una ricognizione a tappeto dei dispositivi in uso sul territorio. Un’attività che – secondo il vicepremier e titolare delle Infrastrutture – avrebbe dovuto essere alla base del lavoro sul decreto interministeriale che riscrive le regole di omologazione dei dispositivi dopo la sentenza del 18 aprile 2024 della Corte di Cassazione che ha stabilito la non validità delle multe per eccesso di velocità se il dispositivo di rilevamento non è omologato. Un provvedimento che però il Mit ha bloccato in attesa di verificare dati e procedure

“Alla luce delle recenti sentenze della Corte di Cassazione sui requisiti di approvazione ed omologazione – ha scritto il ministro – l‘accertamento del numero dei dispositivi effettivamente utilizzati e del relativo regime di approvazione rappresenta una condizione necessaria e un presupposto indefettibile per poter riavviare il procedimento relativo all’adozione del decreto interministeriale sulle regole di omologazione dei medesimi”.

Salvini ha sottolineato come, in assenza di un quadro statistico unitario, solo un’effettiva ricognizione “dal basso” della coerenza dei dispositivi in uso con gli standard tecnici, in grado di assicurarne un utilizzo aderente alle esclusive finalità di sicurezza stradale, permetterà di definire la portata del decreto attuativo sui requisiti di omologazione.

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