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Le opportunità della Nuova Sabatini per le PMI

Le risorse previste per finanziare gli investimenti mediante le agevolazioni della «Nuova Sabatini» per il 2023 sono ormai quasi esaurite. Quali sono le prospettive per il prossimo futuro?
Danilo S_Fidenza

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Negli ultimi anni sono stati diversi – seppur in modo non sempre efficiente e sufficiente – gli strumenti normativi e finanziari che lo Stato ha messo a disposizione degli operatori dell’autotrasporto per l’adeguamento tecnologico dei beni strumentali con cui operano sul mercato, a partire da quelli funzionali ad agevolare il rinnovo del parco dei veicoli commerciali. Al tradizionale Fondo Investimenti Autotrasporto – di cui si attende una nuova tranche da 25 milioni di euro entro la fine dell’anno – si sono affiancate misure di incentivazione allargata anche alle imprese in conto proprio, come l’ecobonus di agevolazione fiscale per i veicoli N1 e N2 (di cui si attende un rilancio entro l’anno), come il credito d’imposta «Beni Strumentali» e «Transizione 4.0» e misure di credito altamente agevolato come quelle previste dal Decreto «Beni Strumentali per le PMI», meglio conosciuto come Nuova Sabatini, introdotta dal DL n. 69/2013 e più volte rifinanziata.

Sono molti gli operatori che considerano quest’ultima misura come quella più efficace, grazie al suo profilo di strumento dedicato agli investimenti delle PMI e alla sua relativa agibilità in termini di accesso al credito. Con la Nuova Sabatini, infatti, sono ammissibili alle agevolazioni le spese sostenute per l’acquisto, anche mediante contratti di leasing finanziario, di beni strumentali nuovi di fabbrica a uso produttivo, inclusi i veicoli commerciali. Con la legge di Bilancio 2020, il successivo DM 22 aprile 2022 e la circolare attuativa del 3 luglio scorso, dopo un prolungato iter, si sono introdotte alcune novità importanti, in particolare la cosiddetta «Nuova Sabatini Green», che prevede un incremento del 30% del contributo pubblico rispetto a quello previsto per l’acquisto a partire dal 1 gennaio 2023 di beni strumentali ordinari per le PMI che fanno investimenti per l’acquisto di beni strumentali a basso impatto ambientale – veicoli commerciali inclusi – nell’ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi.

Nello specifico, l’importo del contributo gestito dal MIMIT – Ministero delle Imprese e del Made-in-Italy – è fissato in misura pari agli interessi calcolati sull’importo di un finanziamento di cinque anni, ad un tasso d’interesse annuo pari al 3,57% per gli investimenti «green», con un plus del 30% rispetto al 2,75% previsto per gli investimenti in beni strumentali ordinari.
Relativamente alle capienze finanziarie per l’attuazione della misura al 2024 e al 2025, vi sono già stanziate risorse per complessivi 160 milioni di euro all’anno, a cui si potrebbero aggiungere – in sede di legge di Bilancio 2024 – i circa 270 milioni di euro inizialmente prefigurati nel DDL Made-in-Italy come rifinanziamento della misura per il 2023, mai portato in attuazione.
Entrando nel dettaglio della Nuova Sabatini per l’acquisto di veicoli commerciali N1, N2, N3, va evidenziato che, per rientrare nell’agevolazione «green», le PMI sono chiamate ad esporre un’idonea certificazione ambientale di processo oppure di prodotto, che nel caso dei veicoli commerciali significa che deve rientrare nella classificazione europea di «clean vehicle», ai sensi della Direttiva 2014/25/UE. In particolare, rientrano in questa classificazione tutti i veicoli commerciali ad alimentazione alternativa, ossia le tecnologie C-LNG e biometano, oltre a quelle definite «zero emission» al terminale di scarico.

Inoltre, sono riconosciuti come «clean vehicle» anche quelli alimentati con biocarburanti, a partire da HVO e biodiesel. Per queste ultime categorie, ci sono tuttavia ancora alcune criticità da chiarire in merito alla loro incentivabilità, non essendo ancora stata formalizzata alcuna procedura di idonea certificazione per i veicoli diesel di ultima generazione, che sono già oggi compatibili con l’alimentazione Bio. Si tratta di un vulnus che sarebbe auspicabile venga rimosso dalle istituzioni competenti, che – prima del rifinanziamento della Nuova Sabatini – dovrebbero individuare una procedura idonea a certificare la compatibilità di prodotto con i biocarburanti, magari prevedendo un’autocertificazione da parte del costruttore o del dealer, salvo opportune verifiche da parte delle autorità di controllo relative all’utilizzo del veicolo commerciale acquistato con l’agevolazione della Nuova Sabatini Green esclusivamente mediante l’alimentazione con biocarburanti.
Si tratterebbe di un passaggio provvisorio, in attesa di una procedura regolamentata a livello europeo, anche prefigurando l’uso di specifiche molecole-sonda in grado di individuare just-in-time la presenza nel serbatoio di gasolio fossile, mandando in blocco o in protezione il motore del veicolo.

In conclusione, i prossimi 2 anni si prospettano come positivi per l’attuazione della misura della Nuova Sabatini Beni Strumentali, specie se applicata ai veicoli commerciali, essendo previsti un adeguato rifinanziamento e un’agevolazione aggiuntiva (+30%) per gli investimenti in veicoli a basso impatto ambientale.

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