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Se l’autotrasporto è abbandonato a sé stesso

Le imprese di autotrasporto stanno vivendo una stagione delicata, schiacciate tra la spirale di aumenti dei costi energetici e la mancanza di un supporto deciso da parte del Governo, considerato che la legge di Bilancio per il 2022 non prevede grandi misure a sostegno del settore. Come reagire?
Antonio F_Cosenza

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Già dall’inizio di quest’anno ci troviamo di fronte a un cahier de doléances dell’autotrasporto italiano. Infatti, non si può dire che questo comparto abbia ricevuto particolare attenzione nelle disposizioni della legge di bilancio 2022, fatta eccezione per l’istituzione del «Fondo per la strategia di mobilità sostenibile», che, a partire dal 2023 e fino al 2034, stanzia importanti risorse destinate, fra l’altro, al rinnovo di mezzi adibiti al trasporto stradale delle merci. Mentre perdura la crisi connessa all’elevato costo dei prodotti energetici, fra i quali spicca quello del Gnl e dei biocarburanti, nessuna delle specifiche richieste avanzate dalle imprese del settore – anche se supportate dalla principale associazione dei distributori di gas metano – ha trovato finora accoglimento. E vale la pena di ricordare che l’incidenza della componente «carburante» sui costi di esercizio di un’azienda di autotrasporto ha presumibilmente superato di molto la percentuale del 30%, stimata nel corso del 2021.

In effetti, l’autotrasporto si trova in una situazione di oggettiva e grave difficoltà economica, che ha assunto ormai carattere emergenziale, tale da giustificare un intervento legislativo di sostegno, sia pure temporaneo, nel solco di quelli già richiesti dalle associazioni di categoria lo scorso mese di dicembre, come il riconoscimento di un credito di imposta (nella misura percentuale del 30%) per l’acquisto di gas naturale liquefatto o di biocarburanti, destinati ai veicoli ad alimentazione alternativa Euro V ed Euro VI. Si tratta di un’agevolazione recentemente proposta anche in sede parlamentare, che rientrerebbe in pieno fra quelle che il Governo ha ipotizzato per fronteggiare il cosiddetto «caro bollette» dovuto all’aumento dei prezzi dell’energia. Inoltre, in analogia a quanto disposto lo scorso anno in sede di conversione del decreto legge 22 marzo 2021, n. 41 (c. d. «sostegni»), e considerato il perdurare della crisi pandemica, sarebbe opportuno che le imprese di autotrasporto fossero esonerate, anche per il 2022, dall’obbligo di contribuzione all’Autorità di Regolazione dei Trasporti.

Sul piano amministrativo, va tenuta presente la richiesta presentata al MIMS da tutte le associazioni dell’autotrasporto e da quelle dell’automotive, di prorogare di sei mesi la rendicontazione degli investimenti sostenuti per l’acquisto di veicoli industriali e commerciali, le cui consegne sono in forte ritardo a causa della crisi dei chip. In tal modo, da un lato non andrebbero perduti gli incentivi già disposti dal Ministero, e, dall’altro, si eviterebbe di mandare in economia le risorse già stanziate per quei benefici.

In analogia a quanto disposto lo scorso anno con il DL Sostegni, e considerato il perdurare della crisi pandemica, sarebbe opportuno che le imprese di autotrasporto fossero esonerate, anche per il 2022, dall’obbligo di contribuzione all’Autorità di Regolazione dei Trasporti.

È di quest’ultimo periodo, infine, un’ulteriore penalizzazione che sembra profilarsi per le imprese di autotrasporto e, più in generale, per le merci italiane esportate via strada, che –come sappiamo – passano per il 70% attraverso il valico del Brennero: si tratta dell’iniziativa della Provincia di Bolzano di dar vita ad una A22 digitalizzata sull’asse del Brennero per la gestione e il controllo del flusso dei mezzi pesanti, attraverso un sistema di prenotazione del percorso autostradale e una determinazione del costo del pedaggio variabile in base alla classe Euro del veicolo interessato (e al conseguente tasso di inquinamento ambientale prodotto dallo stesso). Molte sono le perplessità espresse dalle principali associazioni di categoria, che rilevano come il progetto di Bolzano non riguardi i veicoli leggeri, che pure producono emissioni inquinanti certamente non inferiori, in termini di volumi globali, a quelle dei camion, e riecheggi il famoso (e famigerato) sistema degli ecopunti entrato in vigore negli anni ’90 e successivamente bocciato in sede comunitaria, perché contrario al principio della libera circolazione delle merci. Va, quindi, auspicato che il Governo si faccia carico di questa problematica sulla base di criteri di equità e di parità di trattamento degli utenti dell’autostrada, oltre che di tutela ambientale, e che magari affronti anche il tema del sistema «contagocce» e dei divieti imposti dall’Austria ai veicoli pesanti per l’attraversamento del Tirolo.

Clara Ricozzi
Clara Ricozzi
ex direttore di dipartimento c/o ministero Trasporti
Scrivete a Clara Ricozzi: ministerieco@uominietrasporti.it

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