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Dentro i nuovi eActros e Actros L. Il linguaggio dei due mondi

In Germania, presso gli stabilimenti di Wörth am Rhein, Mercedes-Benz Trucks ha presentato il suo nuovo truck pesante elettrico per il servizio di distribuzione e l’ammiraglia del trasporto a lungo raggio equipaggiata con una nuova versione del motore diesel OM471. Due veicoli che parlano lingue diverse, ma entrambi accumunati da un concetto comune: l’efficienza

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Essere multilingue porta con sé diversi vantaggi. Recenti studi hanno dimostrato che parlare una seconda lingua (o più lingue) dia la capacità, per esempio, di essere flessibile ed elastico nel modo di pensare, di vedere le cose contemporaneamente da più punti di vista, di ampliare la percezione della realtà. Insomma, essere multilingue rende il cervello più stimolato e creativo e non è un caso che oggi, nell’era della comunicazione senza confini e dei viaggi intorno al mondo, il multilinguismo sia considerata una «skill» sempre più apprezzata. Anzi, a volerla dire tutta, è ritenuto ormai quasi obsoleto limitarsi a un solo idioma. Se trasferiamo questo concetto all’universo automotive, o più specificamente al mondo dei camion, negli ultimi decenni abbiamo visto come i costruttori abbiano giocoforza imparato una seconda lingua, quella delle motorizzazioni elettriche, perché a un certo punto è stato deciso che la lingua «nativa» (quella dell’endotermico, con tutte le annesse varianti tra diesel, benzina, ecc.) non fosse più sufficiente. E che per rimanere sul mercato diventasse necessario studiare un nuovo modo di parlare, in genere considerato più «pulito». È così che sul mercato hanno cominciato ad affacciarsi pian piano i primi veicoli elettrici, frutto di anni di studi in cui le Case hanno prima assimilato nuove nozioni tecniche e poi, in un processo di progressivo affinamento, le hanno messe in pratica. Un po’ come quando nei primi anni di scuola si facevano continui esercizi di dizione per correggere i difetti di pronuncia.

Parallelamente a questo nuovo imparare, è successa un’altra cosa: quella lingua «nativa», che nel frattempo rischiava un decadimento o un impoverimento, è stata in qualche modo rivitalizzata. Nel senso che alcuni costruttori hanno corretto alcune storpiature che proprio non si potevano sentire (leggasi la riduzione delle emissioni dei motori diesel). Ed ecco che sul mercato sono tornati all’arrembaggio i diesel, quelli di nuova generazione, decisamente più puliti ed efficienti, anch’essi frutto di anni di studi e ricorrenti perfezionamenti. Il multilinguismo nell’automotive, oggi, è dunque esattamente questo: la capacità di aggiungere conoscenza (e non in antagonismo) alla lingua materna, di valorizzare le conoscenze, di tenere insieme i mondi e di favorire con flessibilità il passaggio dall’uno all’altro.

L’arricchimento linguistico di MB Trucks

Sicuramente tra gli allievi più pronti nel compiere questo percorso votato all’arricchimento linguistico c’è Mercedes-Benz Trucks. Da tempo, infatti, la Stella ha lavorato molto per portare su strada i primi pesanti elettrici a batteria; allo stesso tempo, però, ha fatto di tutto per non lasciar morire il diesel, riportandolo anzi in auge versi nuovi standard qualitativi. E non è un caso che, forte di tale approccio polivalente, la Casa tedesca abbia organizzato lo scorso giugno presso i suoi stabilimenti di Wörth am Rhein un evento simbolico, in cui cioè ha presentato alla stampa internazionale non uno, ma due veicoli, che parlavano linguaggi diversi. Il primo era il nuovo truck pesante elettrico pensato per la distribuzione, l’eActros; il secondo era l’ammiraglia del trasporto a lungo raggio Actros L. Veicoli differenti, dunque, con diverse trazioni, anche se entrambi accumunati dal fatto che le aziende di trasporto possono utilizzarli per svolgere le loro attività quotidiane in tutta efficienza. Perché è questa, secondo Mercedes-Benz, almeno per il momento, la soluzione ideale per mantenere l’efficienza ai massimi livelli: da un lato la propulsione elettrica a zero emissioni e adatta all’utilizzo urbano, anche dove ci sono limitazioni alla circolazione; dall’altro, i consumi ridotti e l’economia dei diesel di nuova generazione, di fatto imbattibili sulle lunghe percorrenze.

Come parla l’eActros

Detto della lingua, passiamo all’articolazione espressiva, quella concreta della parola, per descrivere il modo con cui Mercedes-Benz ha dato corpo e voce alle sue ultime creazioni. E partiamo dall’eActros. Lo staff della Stella ci dà modo di salire a bordo del veicolo, guidato da un driver professionista che ci illustra le caratteristiche di questo potente mezzo, alimentato da tre pacchi batteria che offrono una capacità installata di 112 kWh e una capacità utilizzabile di circa 97 kWh. L’autonomia garantita è di circa 300 chilometri (ma è prevista anche una configurazione con quattro pacchi di batteria e autonomia fino a 400 km). La prima parola pronunciata forte che si sente udire dal veicolo, dunque, non può che essere «energia». Dietro questa parola si nasconde un cuore tecnologico, che poi è in sostanza l’unità di azionamento: un asse rigido elettrico con due motori elettrici integrati e cambio a due rapporti. I due motori riescono a generare una potenza continua di 330 kW e una potenza di punta di 400 kW. Ma anche il linguaggio moderno dell’elettrico ha regole grammaticali precise e così la «principale», come nelle più classiche delle consecutio temporum, richiede l’affiancamento (o meglio il supporto) di una subordinata. Ecco che allora «energia» chiama a sé «ricarica». Quest’ultima ha la funzione di dare un senso compiuto al tutto. Perché senza ricarica, ovviamente, la tecnologia elettrica non ha senso, è vuota, produce «ansia». E nell’eActros la ricarica arriva fino a un massimo di 160 kW: presso una normale stazione rapida DC con corrente a 400A, i tre pacchi batteria impiegano poco più di un’ora per passare dal 20 all’80%.

I vocaboli da comprendere

Altra parola chiave, questa volta pronunciata dal veicolo in maniera più dolce, è «silenzio». Nell’eActros non si sente praticamente nulla, a parte il vento e il rumore di rotolamento degli pneumatici. Non si avvertono interruzioni della forza di trazione, come avviene tipicamente ai cambi di rapporto. I motori elettrici forniscono la stessa coppia elevata lungo tutta la gamma di regime e la potente accelerazione si lascia chiaramente apprezzare in ogni situazione di traffico. C’è poi un’altra parola che merita attenzione. Ha il sapore di una coccola ed è «assistenza»: Mercedes-Benz Trucks offre un’intera gamma di soluzioni digitali e app, tramite il Portale Fleetboard, che aiutano a comprendere l’esperienza dell’elettrico. Citiamo, per esempio, il servizio Charge Management, che consente di pianificare al meglio i processi di ricarica per massimizzare l’utilizzo delle stazioni dedicate, oppure lo strumento di mappatura, mapping-tool, che all’occorrenza consente ai collaboratori del back office delle ditte di trasporti di reagire rapidamente alle differenti condizioni del veicolo. Questo strumento, infatti, mostra in tempo reale dove si trova attualmente un mezzo, se sta viaggiando, se è fermo o in ricarica, qual è il livello di carica della batteria e quale autonomia è ancora disponibile. A ciò si aggiunge un ulteriore strumento, il diario di bordo, con informazioni dettagliate sui tempi di guida, di riposo e di ricarica, sul peso complessivo, sui chilometri percorsi, sullo storico dei tragitti, sulla topografia, sulla temperatura e sul consumo di energia, nonché sulla diminuzione e sull’aumento del livello di carica della batteria.

Come parla l’Actros L

Il vocabolario con cui si esprime l’eActros, insomma, è ricco e completo. Ci sono altre parole interessanti (come per esempio «eConsulting», cioè un ecosistema di servizi di consulenza che facilita i clienti interessati a imboccare la strada verso l’elettromobilità), ma è tempo ora di scendere dal camion anche perché, nel frattempo, ci sta chiamando a gran voce l’altro veicolo, l’Actros L. Anche lui ha qualcosa da raccontare. Parla in maniera diversa, ha un altro lessico ma è comunque chiaro e ci tiene ad arrivare subito dritto al punto: «Non sono il solito diesel». Il nuovo Actros L presentato da Mercedes-Benz, in effetti, è qualcosa di inedito. È stato dotato della terza generazione del motore OM471, che assicura un taglio dei consumi fino al 4% rispetto alla gamma precedente ed è stato progettato per rientrare nei severi limiti di omologazione Euro VIe. Quando si presenta, l’Actros L ci tiene a sfoggiare, in tutta fierezza, il lungo elenco di migliorie che hanno permesso di rendere più efficiente il propulsore. Ed è musica per le orecchie di chi mastica la grammatica dieselista: nuove geometrie dei pistoni, riduzione degli attriti interni, utilizzo del più avanzato sistema di iniezione capace di lavorare sino a 250 bar, aumento del rapporto di compressione del motore da 18,3:1 a 20,3:1. Anche il sistema di scarico con catalizzatori e utilizzo dell’AdBlue per l’abbattimento dei Nox è stato reso più efficiente.

La terza generazione del motore per veicoli industriali OM 471 rende l’Actros L ancora più dinamico, riducendo al contempo i consumi di carburante fino al 4%.

La grammatica del diesel

Non è finita. Oltre al nuovo motore, l’Actros L presenta un’ampia gamma di innovazioni tecniche che sono costantemente orientate alla riduzione del Total Cost of Ownership (TCO), come la nuova gestione del cambio automatizzato PowerShift Advanced che, grazie alla selezione precisa delle marce, consente partenze e accelerazioni più rapide del 40% rispetto alla versione precedente e allo stesso tempo più fluide. Il pedale dell’acceleratore, inoltre, è stato oggetto di piccole ottimizzazioni, come la maggiore sensibilità nella corsa del pedale che consente manovre più sensibili e contemporaneamente più dinamiche. E quando saliamo a bordo, l’Actros L ci tiene a elencare anche un altro tipo di migliorie, quelle di comfort: per esempio, la posizione di seduta è stata ulteriormente ottimizzata ed è stato fatto un gran lavoro per perfezionare l’isolamento acustico della cabina di guida.

Cosa resta

Alla fine, dopo aver «sentito» entrambi gli Actros, ci rimangono in testa due cose. La prima è ovviamente il modo in cui Mercedes-Benz ha saputo rivoluzionare la sua gamma, padroneggiando quello che potremmo definire una sorta di multilinguismo tecnologico che, nonostante la sua stratificazione, ha un minimo comune denominatore: garantire la massima efficienza e serenità a chi deve occuparsi di trasporto. La seconda è proprio la bellezza di ascoltare delle diversità. Elettrico o diesel? Qualunque cosa si scelga, in questo momento, va fatto comprendendo a fondo ciò che ciascuno dei due, a suo modo, ha da raccontarci, senza preconcetti

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