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DAF XF 530 FT. Una carezza agli occhi e una al portafoglio

La Ciancio Trasporti è nata con papà Vincenzo. Oggi il suo testimone è stato raccolto da Giuseppe e Pierpaolo, i due figli a cui aveva iniettato la passione per i camion, considerati non soltanto uno strumento di lavoro, ma anche un biglietto da visita con cui far bella figura con la committenza. Un approccio fatto di numeri e di consumi, ma anche di estetica e di comfort. Un mix originale shakerato in questo test

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Il passaggio generazionale, quella catena di trasmissione che si è inceppata negli ultimi anni, frenando l’accesso di giovani autisti e imprenditori nell’autotrasporto, in casa Ciancio non è stato un problema. Tant’è che Giuseppe (per tutti Peppe) è nato a Castrovillari 33 anni fa, ma da oltre 30 va in giro in camion. In che senso? «Mio padre era trasportatore e mi portava in giro con lui sul camion da quando avevo due anni – risponde – e anche dopo, quando ho iniziato ad andare a scuola, non vedevo l’ora che arrivasse l’estate per andare in vacanza e poter viaggiare con lui. A 10 anni sapevo già fare le manovre!».

Sicurezza a go-go
UNA BIBBIA DI SISTEMI
Quando gli si richiede di parlare di sicurezza, Peppe allarga le braccia: «Ci sono talmente tanti dispositivi che non basta una bibbia per descriverli tutti». Possiamo ricordare il Forward Collision Warning, che allerta con segnali acustici e visivi se ti si presenta davanti un ostacolo improvviso. Se l’autista non risponde interviene l’impianto frenante d’emergenza (AEBS) che blocca il camion. Poi c’è il Controllo adattivo della velocità (ACC), regolandola in base all’andatura del veicolo che ti precede così da conservare una distanza di sicurezza. E poi il sistema che avvisa con allarme sonoro in caso di abbandono della corsia di marcia senza inserire la freccia. Infine, quello che si accorge, grazie a radar laterali, della presenza di ciclisti e pedoni, anche se nascosti nell’angolo morto.

UN LAVORO DI FAMIGLIA

Con un’infanzia così Giuseppe era un predestinato: terminati gli studi in ragioneria ha preso le patenti per il camion e ha iniziato a lavorare con il padre: «All’epoca avevamo solo un camion, un Iveco Eurostar; facevo da seconda guida e papà mi insegnava i trucchi del mestiere». Dopo l’Eurostar è arrivato un MAN e un Volvo. Ma è stato un DAF ad aver colpito Peppe, per la precisione un DAF 85 CF 460 acquistato nel 2015, perché ritenuto«spazioso ed essenziale».
Poi, quando nel 2019 papà Vincenzo è andato in pensione anche «mio fratello Pierpaolo – spiega Peppe – è entrato nel team». E anche lui era un predestinato: pensate che si sta laureando in Economia Aziendale mentre guida il camion, ma soltanto per una soddisfazione personale, perché anche per lui la scelta di vita è «la strada».
Insieme trasportano materiale edile e legname semilavorato per imballaggi o per fabbriche di mobili, muovendosi tra Sud e Centro Italia. In genere percorrono 2.500/3.000 km a settimana, completamente azzerati nei due mesi di lockdown. «Ma per fortuna adesso abbiamo ripreso a lavorare».
Così, oggi la ditta Ciancio annovera due fratelli, tre semirimorchi (un cassonato Viberti e due centinati, uno Schmitz e un Kögel tutto nuovo) e tre camion: uno Scania R500 della precedente generazione, un MAN TGX 18.480 e un DAF XF 530 FT. E sarà questo al centro del nostro racconto.

SONTUOSAMENTE ESCLUSIVO

Il DAF XF è l’ultimo arrivato nel parco veicoli Ciancio. «Lo abbiamo acquistato nel 2019 scegliendo un allestimento Exclusive – puntualizza Peppe – Dopo averlo ordinato a fine 2018 presso la concessionaria Delcom di Rende (CS), abbiamo aspettato tre mesi per averlo, perché abbiamo scelto un colore particolare, verde petrolio metallizzato». Per Peppe è innanzi tutto bello: «Nonostante le imponenti dimensioni della cabina, le linee sono più morbide e arrotondate rispetto ai modelli precedenti, più spigolosi. Il colore poi lo rende più elegante». Eleganza accentuata dall’allestimento che contempla botola tetto, fendinebbia, luci di svolta, spoiler, fender laterali, minigonne e cerchi Alcoa Durabright. Per Peppe non era del tutto sufficiente: «I LED erano previsti solo per le luci anabbaglianti. Io ho preferito sostituire tutte le altre lampadine con luci a LED Osram».

UNA SECONDA CASA

A questo punto facciamo un giro dentro la cabina. Ovviamente, se non lo si fosse capito, è una Super Space Cab, di cui Peppe parla come una seconda casa. «Sono piuttosto robusto e alto 1,83, però riesco a stare tranquillamente in piedi senza toccare il soffitto. Dal pavimento al tetto ci sono oltre due metri. Inoltre, l’allestimento Exclusive prevede sedili in pelle, cruscotto, pannelli porta e inserti della corona in pelle del volante tutti di color cognac, in tono con il rivestimento color sabbia del resto dell’abitacolo». Per il resto il trasportatore calabrese giudica la «strumentazione ben leggibile e completa» e «molto utile il contatore del tachigrafo che indica il tempi di guida o riposo rimanenti». Infine, puntualizza che la Super Space Cab non è comoda soltanto da fermo, ma anche in marcia, giacché appoggiata ad adeguate sospensioni pneumatiche.

QUANDO VIEN LA NOTTE

Quando ci voltiamo verso la zona notte Peppe puntualizza che gli capita raramente di dormire in cabina. Tuttavia, se capita non è un problema: «Il letto inferiore è largo e reso comodo dal materasso Xtra Comfort. Inoltre, per refrigerare o riscaldare la cabina durante le soste e i pernottamenti, c’è il sistema di regolazione HVAC che funziona, in modo automatico, anche a veicolo spento e può essere governato con i comandi presenti nel pannello sulla parete posteriore.

IL DAF XF arricchito con allestimento Exclusive propone sedili in pelle, cruscotto, pannelli porta e inserti della corona in pelle del volante tutti di color cognac (1), in tono con il rivestimento color sabbia del resto dell’abitacolo. La cabina Super Space Cab, alta 2.109 mm, consente di muoversi agevolmente (2). Il letto inferiore è largo e confortevole grazie al materasso Xtra Comfort (3). Per rinfrescare o riscaldare la cabina durante le soste o i pernottamenti, il DAF è dotato del sistema di regolazione HVAC che funziona, in modo automatico, anche a veicolo spento. La regolazione della temperatura può essere azionata anche da un pannello posto nella parete posteriore (4).

UN CUORE DAL BATTITO YANKEE

Mettiamo in moto. Il motore che inizia a rombare è il più potente tra quelli offerti da DAF. «Ho scelto il 530 CV perché qui in Calabria le autostrade sono caratterizzate da molti saliscendi e quindi, considerato che viaggiamo spesso a pieno carico, c’è bisogno di cavalleria. I motori Paccar mi piacciono perché sono semplici: rispecchiano una filosofia costruttiva americana che punta all’essenziale e a durare nel tempo. In più sa come accontentarti: se schiacci a tavoletta tira fuori grinta, però richiede straordinari al portafogli. Meglio allora affidarsi al cruise control e al cambio predittivo: così ho percorso 110.000 km, consumando in media, malgrado i carichi gravosi, sui 3,1 km/litro».
A rendere leggero il costo di gestione del veicolo, poi, contribuiscono i lunghi intervalli di manutenzione. «Il primo lo abbiamo fatto fare a 90.000 km presso l’officina del concessionario Delcom. In ogni caso, quando è ora del tagliando è lo stesso camion ad avvisarci».

IL SILENZIO DELLA TRASMISSIONE

I numeri, a maggior ragione quelli relativi al consumo, non sono frutto del caso. Per poterli giustificare oltre al motore bisogna fare la conoscenza del cambio automatizzato TraXon a 12 rapporti. Il nostro driver lo definisce «particolarmente silenzioso rispetto ad altri che ho provato. I cambi di marcia sono molto fluidi e le marce entrano sempre al momento giusto, specie in salita». Ma è la funzione Eco a disporre di argomenti taglia-gasolio. Peppe la spiega così: «Offre due modalità: la Eco Performance, che dà il giusto equilibrio fra comfort di guida e consumi, e la Eco Fuel, che innesta i cambi marcia a regimi molto bassi e consente di consumare molto poco. Io, però, viaggiando sempre a pieno carico, preferisco la prima». Non è tutto, perché il capitolo della trasmissione contempla anche il Predictive Cruise Control che utilizza il GPS per determinare la posizione del veicolo e, in base alla topografia, inserisce il giusto rapporto, scalando, per esempio, prima di una salita o di una rotonda. Sul conto finale, poi, va calcolata una presa di forza che i Ciancio hanno fatto applicare per l’utilizzo di un piano mobile.

Quel qualcosa che non va…
L’ALLERTA SENZA MOTIVO
Per Peppe c’è solo una cosa del suo DAF che non gradisce. «Mi è capitato un paio di volte che di fronte ad alcuni cartelli stradali entra in funzione l’impianto frenante d’emergenza. La prima volta mi ha preso un colpo. Poi ho chiamato in DAF e mi hanno detto che può succedere con cartelli stradali molto rifrangenti. A quel punto con un pulsante si esclude l’AEBS e si prosegue. Tuttavia, parlando con colleghi, in tanti hanno riscontrato un difetto simile su camion di altre marche». Infine, Peppe chiude con una richiesta: «Ma insieme a tutta questa tecnologia, non potrebbe trovare spazio anche un sensore pioggia o un sensore luci?». Giriamo la domanda a chi di dovere.

LA QUARTA DI COPERTINA

Prima di salutare Peppe gli chiediamo un commento sintetico, una sorta di giudizio da mettere nella quarta di copertina di un libro. Lui sta al gioco e attacca dicendo che il DAF XF «è un valido strumento di lavoro in grado di far sorridere tanti contabili a fine mese». Poi riguarda il suo camion e aggiunge con una punta di orgoglio: «Ma sa essere anche un’elegante ammiraglia capace di farti fare bella figura con i clienti». Insomma, una carezza per gli occhi e una per il portafoglio.

La customizzazione di Rinocustom
IL SUD CHE AMA IL NORD
Può capitare che la passione spinga a rendere unico qualcosa che già vedi bello. E in questa ricerca estetica spesso ci si trova a rincorrere gli opposti. Prendete Peppe: è nato e cresciuto in climi caldi e mediterranei, eppure è attratto da veicoli che emanano un’aurea nordica, «quelli che ogni tanto incroci in autostrada e arrivano dalla Danimarca o dall’Olanda». Per soddisfare questo desiderio un giorno ha bussato alla porta della Rinocustom, ha conosciuto il titolare, Rino Acito, e insieme a lui ha definito un progetto di customizzazione. «Sono soddisfatto. Sulla carta non mi convinceva la proposta di Rino di applicare inserti wrap bianchi. Invece aveva ragione: sono stati sufficienti, insieme a una sottile linea rossa, a dividere la parte inferiore della cabina da quella bianca superiore, mentre poche sottili linee in acciaio, hanno trasformato il DAF nel “Mio DAF”».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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