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Vanacore (Iveco): «Il bio-metano non va indicizzato nei mercati internazionali»

È questa la provocazione lanciata dal responsabile trazioni alternative di Iveco mercato Italia, Valerio Vanacore, spiegando che rispetto al bioLNG va fatta chiarezza: se veramente si intende favorire questo carburante a elevata sostenibilità, in quanto prodotto di natura locale, non si può affidare la sua quotazione al TTF di Amsterdam. Dove il suo prezzo finisce per essere moltiplicato in maniera innaturale

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«Come Iveco spingiamo tanto sulla tecnologia che utilizza il bioLNG come carburante e le nostre nuove motorizzazioni lo dimostrano. Però come paese dobbiamo lanciare un segnale chiaro: se intendiamo veramente favorire la produzione di biometano, perché lo reputiamo un prodotto di natura locale, la cosa più coerente da fare sarebbe quella di staccare il costo di questa produzione dall’indicizzazione». È con questa provocazione che Valerio Vanacore, responsabile trazioni alternative di Iveco mercato Italia, è intervenuto a un convegno organizzato l’11 novembre dal Consorzio Italiano Biogas all’interno di Ecomondo, la fiera della transizione energetica in programma la settimana scorsa a Rimini. L’indicizzazione a cui fa riferimento Vanacore è quella che di fatto rimette la determinazione del prezzo del gas al mercato TTF di Amsterdam o, in tempi più recenti, a quello di Marsiglia. Il problema è che stando alle stime effettuate da Iveco, il costo reale del gas dovrebbe aggirarsi intorno a 1 euro al chilo, mentre invece sul mercato le quotazioni arrivano fin quasi a 2,4 euro. E questo scollamento tra la realtà e la speculazione che per forza di cose si innesca nelle quotazioni internazionali finisce per mettere fuori mercato una tipologia di carburante, espressione di un prodotto nazionale con cui bilanciare almeno in parte la carenza di risorse energetiche e la scarsa reperibilità delle stesse all’interno del territorio italiano. Secondo Vanacore, quindi, serve un meccanismo che in qualche modo protegga non soltanto un costruttore che investe in ricerca e sviluppo, ma anche quegli operatori e i tanti trasportatori interessati a utilizzare veicoli alimentati con bioLNG. Ma ancora di più sarebbe opportuno – chiarisce il manager Iveco – se anche a livello normativo si facesse chiarezza una volta per tutte, eccettuando dai vincoli che interesseranno in prospettiva i motori endotermici quelli alimentati con questa tipologia di carburante, che tende ad azzerare le emissioni inquinanti.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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