In Italia il 94% dei conducenti è favorevole a ricevere dalla IA istruzioni immediate per la guida. È questo il risultato più significativo di una ricerca condotta a livello paneuropeo da Geotab, società mondiale impegnata nelle soluzioni per i veicoli connessi.
La ricerca è stata svolta da Opinion Matters per conto dell’azienda canadese, su 3.514 conducenti di veicoli commerciali (di età superiore ai 17 anni) in sette Paesi europei: Italia (500) Regno Unito (509), Germania (500), Francia (500), Paesi Bassi (502), Irlanda (501) e Spagna (502), con l’obiettivo di analizzare l’atteggiamento degli autisti nei confronti delle dash cam orientate sia verso la strada, sia verso l’abitacolo. La raccolta dei dati è avvenuta online tra il 2 e il 10 ottobre 2025.
I risultati dello studio

Il 94% dei conducenti di veicoli commerciali dello Stivale (la percentuale più elevata, ben 7 punti sopra la media europea) si dichiara a proprio agio nell’accettare il coaching della IA, installata sulla telecamera, per ricevere istruzioni immediate allo scopo di migliorare il proprio stile di guida e la sicurezza.
Peraltro, in materia di dash cam, l’87% dichiara che preferirebbe il supporto di questo sistema rispetto alla registrazione di filmati dell’interno del veicolo e memorizzati per essere rivisti in un secondo momento.
Lo studio mette in luce una questione fondamentale: la delicata mediazione tra privacy e protezione. Da un lato, il 92% degli intervistati europei esprime infatti riserve sull’uso delle telecamere in cabina; dall’altro, la stessa percentuale sarebbe disposta a superare tali timori se le riprese potessero dimostrare l’assenza di colpa in caso di incidente.
In Italia, però, questo equilibrio si modifica leggermente: ben il 95% degli autisti è disposto a mettere da parte i propri dubbi nel caso in cui i filmati consentissero loro di essere scagionati nell’eventualità di un sinistro. Questi dati sottolineano come i conducenti valutino attentamente i potenziali benefici della tecnologia, seppur bilanciandoli con le preoccupazioni legate alla riservatezza.
Focus sull’Italia
Gli autisti della Penisola sono dunque più propensi verso l’innovazione rispetto ai colleghi del Continente, ma si trovano particolarmente combattuti tra i benefici pratici offerti dalle dash cam e la forte sensibilità nei confronti del controllo sul proprio lavoro. Le telecamere di bordo sono infatti percepite positivamente soprattutto per la loro utilità nella gestione delle pratiche assicurative, con il 44% degli intervistati che ne riconosce il valore nella risoluzione più rapida dei sinistri. Seguono il supporto nella dimostrazione dell’assenza di colpa in caso di sinistro (43%) e il miglioramento degli standard di guida attraverso il coaching (43%).
Tuttavia, questa apertura è accompagnata da varie preoccupazioni: errata interpretazione del materiale raccolto (38%), seguito dalla percezione di sfiducia da parte del datore di lavoro (36%) e dalla tutela della privacy pubblica, vale a dire degli altri utenti della strada che potrebbero venire filmati (32%).
Il divario educativo in Europa
In Europa come in Italia, rispetto all’impiego delle dash cam, tra le resistenze più rilevanti figurano il timore che le riprese vengano estrapolate dal contesto (38%), il loro possibile utilizzo a fini disciplinari (34%) e le preoccupazioni legate alla sicurezza dei dati (34%). Questi elementi rappresentano ostacoli concreti all’adozione delle telecamere a bordo, sottolineando l’importanza di investire in formazione e comunicazione per favorirne una comprensione più consapevole e condivisa.
«Lo studio evidenzia una tensione tra privacy e protezione, ma al tempo stesso ne suggerisce la soluzione – ha affermato Edward Kulperger, vicepresidente senior EMEA di Geotab – L’idea che gli autisti siano contrari alla tecnologia è ormai superata: il loro livello di accettazione cresce quando comprendono i reali vantaggi delle nuove soluzioni. Il settore ha l’opportunità di migliorare la comunicazione sul contributo che questi sistemi possono dare alla sicurezza. Si tratta di un approccio che può favorire la nascita di una cultura della fiducia e portare a strade più sicure per tutti».