L’Agenzia per l’Italia Digitale chiama l’autotrasporto. L’idea è quella di aprire un tavolo per porre le basi a un wallet privato, un luogo virtuale dove conservare (e avere sempre a portata di mano) attributi personali dell’autista, dell’azienda, del veicolo e delle merci che si trasportano, da esibire in caso di controlli, validi in ogni contesto, anche a livello internazionale e, grazie all’AI, anche tradotti all’istante in molte lingue straniere. “Stiamo lavorando ai wallet privati – annuncia a Uomini e Trasporti, Mario Nobile, Direttore Generale di Agid – Crediamo che l’applicazione per l’autotrasporto sia interessante. Guardiamo con interesse a soggetti pubblici come RAM Spa e privati come associazioni e consorzi del settore dei trasporti che possono proporsi per sperimentare e sviluppare soluzioni basate sul wallet. L’obiettivo è che siano gli operatori stessi a identificare le soluzioni più idonee per le proprie esigenze. Noi come AgID possiamo fornire l’infrastruttura e le regole”. Un’intervista al direttore di AgID, Mario Nobile, per approfondire questo tema verrà pubblicata sul prossimo numero di Uomini e Trasporti in uscita a dicembre.

Il lavoro, comunque, è parallelo a quello che sta portando avanti il Governo, attraverso AgID e con il contributo operativo di Pago Pa e IPSZ (Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato) per l’IT wallet, il progetto finanziato con 102 milioni di euro dal Pnrr che impone l’evoluzione dell’identità digitale partendo dalla CIE e lo SPID per portare dentro l’AppIO tutti gli attributi pubblici legati alla persona: dalla data di nascita, residenza alla patente, multe, titoli di studio ecc.
Vicino al wallet pubblico, che ha già superato i 6,4 milioni di utenti, che hanno attivato oltre 10.6 milioni di patenti, tessere sanitarie e carte europee delle disabilità, nasceranno quelli privati. Il Dipartimento per l’Innovazione della Presidenza del Consiglio, guidato dal Sottosegretario, Alessio Butti, sta infatti lavorando a un DPCM che dovrebbe vedere la luce entro la fine dell’anno per l’abilitazione dei wallet privati: una sorta di “portafogli digitali” pronti a contenere bollette, conti correnti, titoli, tagliandi assicurativi ecc. che potranno confluire, a scelta dell’utente, nel wallet pubblico per arrivare ad avere un solo luogo dove tenere (e ritrovare) ogni documento, rigorosamente in formato digitale. “Abbiamo già avviato tavoli con banche, assicurazioni e utilieties – aggiunge Nobile – Uno degli obiettivi fondamentali dell’operazione è quantificare i guadagni della digitalizzazione in ogni settore e decidere come suddividere il vantaggio”. E qui il confronto entra nel vivo e approda anche alle potenzialità dell’Intelligenza artificiale in grado di creare nei sistemi interfacce multilingue e di avere a disposizione agenti virtuali per la compilazione di modulistica e report.


