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Autista folgorato mentre ribalta cassone: datore di lavoro condannato a 6 mesi per «mancata formazione»

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Ricordate il caso di quel camionista moldavo, dipendente di un’azienda di Caserta, che venne folgorato da una scarica elettrica mentre stava ribaltando il cassone per far defluire l’acqua? Ebbene, pochi giorni fa si è concluso il processo per individuare i responsabili di quella morte e il Tribunale di Ferrara ha condannato a 6 mesi Paolo Fontana di San Cipriano di Aversa, il titolare dell’azienda di trasporti per cui lavorava Andrei Rudenco, l’autista moldavo di 36 anni che perse la vita.

Ma cosa avvenne in concreto quell’11 ottobre 2011? Andrei Rudenco si era fermato per scaricare il camion in un paesino del ferrarese (Cologna). Parcheggiato il mezzo alzò il vano di carico attraverso i comandi interni alla cabina, ma senza avvedersi che il cassone era andato a toccare alcuni fili dell’alta tensione. Senonché, fin quando era rimasto isolato, all’interno della cabina, tutto filò liscio, ma non appena poggiò la mano sull’esterno del camion venne folgorato all’istante da una scarica da 15.000 volt.

Per i giudici di Ferrara la responsabilità di quanto avvenuto è da riferire al datore di lavoro, colpevole di non aver informato a sufficienza il proprio dipendente dei rischi che poteva correre azionando il ribaltabile. In questo modo avrebbe quindi violato le norme sulla sicurezza sul lavoro, che impongono al datore di lavoro di formare i propri dipendenti rispetto alle procedure e ai metodi per prevenire gli incidenti sul lavoro.  

In pratica, all’origine dell’evento – così come richiesto dal pubblico ministero – ci sarebbe stata la mancata consegna all’autista di istruzioni per l’utilizzo corretto del ribaltabile. L’avvocato dell’azienda di autotrasporto ha eccepito che Rudenco era in realtà un camionista esperto e che avrebbe dovuto sapere i rischi del lavoro. E in ogni caso contestava il fatto che ci fosse un nesso causale diretto tra quanto accaduto e la formazione richiesta al datore di lavoro. Ma il tribunale non ha raccolto questa tesi e ha seguito piuttosto le indicazioni dell’accusa, arrivando a pronunciare una sentenza che di certo non marcherà di fare discutere.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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