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Calamita addio: a Modena fermato autista con doppio tachigrafo

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Ogni volta che scriviamo di una nuova tipologia di truffa commessa attraverso un uso “allegro” del tachigrafo, i nostri “amici” sui social network subito ci incalzano dicendo: “Avete scoperto l’acqua calda!”. Quindi lo diciamo subito: non vogliamo scoprire niente, ma soltanto informare su quanto accade.
E le cose accaddono secondo questa successione: i politici (in genere europei), sulla base di quanto avviene per strada, fanno delle leggi; poi, sempre per strada qualcuno trova la maniera di aggirarle; infine, dopo qualche tempo gli agenti che effettuano i controlli si accorgono di questo aggiramento. A quel punto si ingaggia una corsa: da una parte la politica cerca di modificare la legge, dall’altra chi ha il vizio di non rispettare le normative si ingegna a trovare altri inganni.

La forma di inganno che vi raccontiamo oggi non è quella consueta di alterare o “taroccare”, come si usa dire, il proprio tachigrafo, ma quella di affiancare al primo un secondo strumento così da poter eludere i controlli.

Se n’è accorta la polizia municipale di Modena che nei giorni scorsi ha fermato un autista di Lecce di 35 anni, dipendente di un’azienda anch’essa leccese e ha trovato sul veicolo due dispositivi: uno era installato correttamente, mentre il secondo era nascosto sotto al letto del camion. Il doppio tachigrafo permetteva di far figurare l’autotrasportatore in riposo nonostante il veicolo fosse in marcia: una volta esaurite le ore di guida consentite il camionista, anziché fermarsi, inseriva il disco nell’altro apparecchio, registrando quindi ore di sosta in realtà non effettuate. In pratica è un po’ quanto avveniva con il vecchio cronotachigrafo analogico, quando in molti adottavano lo stratagemma del doppio disco sostenendo di essersi messi alla guida soltanto da poco e di aver inserito un nuovo disco, mentre il primo era stato utilizzato da altro autista.

Aspetto da sottolineare: contrariamente a quanto avviene con la calamita, spesso giudicata dagli agenti di Polizia come una violazione di una norma penale (quella che vieta di manomettere dispositivi finalizzati a conservare la sicurezza sul lavoro), in questo caso l’autista pugliese se l’è cavata – si fa per dire – con una sanzione di 1.000 euro e con la sospensione della patente per un mese. Insomma, tachigrafo doppio, ma non doppia multa!

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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