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Decreto flussi, via libera ad altri 500mila lavoratori in 3 anni, ma l’autotrasporto esplora altre strade

Annunciati nelle ultime settimane due progetti realizzati seguendo le possibilità previste dal Decreto Cutro, con la formazione degli autisti professionisti nei paesi di origine: la FAI lavora con l’IRU in Marocco, mentre NGV Italy mira all’India. Questo aiuterebbe a superare lo scoglio CQC che ha significato l’insuccesso del decreto flussi per l’autotrasporto. Anche il nuovo decreto varato ieri dal Governo ridimensione il click day a favore di assistenza e formazione negli Stati extraUe

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E’ arrivato ieri il via libera preliminare di Palazzo Chigi al nuovo decreto flussi che dispone l’impiego di circa 500mila lavoratori stranieri in Italia nel triennio 2026-2028, ma nel frattempo proprio in questi giorni l’autotrasporto sonda altre strade per dare una risposta concreta alla carenza di personale viaggiante. Si tratta della possibilità di attivare il tanto contestato Decreto Cutro, varato a marzo del 2023 dopo la tragedia al largo delle acque in prossimità di Cutro, in Calabria, dove persero la vita più di 80 persone. Il provvedimento, oltre a una serie di misure restrittive in termini di protezione per i migranti, concede anche la possibilità di attivare programmi di formazione all’estero con l’obiettivo di far arrivare manodopera qualificata in Italia.

Lo scoglio della CQC

Una possibilità che, in caso di autisti professionisti, permetterebbe di superare lo scoglio del corso e l’esame per il rilascio della CQC, la carta di qualificazione del conducente obbligatoria in Europa, ma non nei paesi extraUe. Una problematica che il decreto flussi non è stato in grado di superare in quanto richiede alle aziende di assumere autisti già in possesso del documento (oltre che della patente da convertire) senza tenere conto che nei paesi di provenienza non esistono corsi per la CQC e che le imprese italiane dovrebbero mantenere gli autisti extraUe per alcuni mesi, utili alla formazione, senza farli salire sui camion. Una spesa gravosa che ha decretato negli anni il flop del decreto flussi per l’autotrasporto ma che potrebbe fare la fortuna dell’altro percorso, quello aperto dal decreto Cutro.

Marocco e India tra i paesi test

Per ora si tratta di iniziative appena avviate. La prima è stata annunciata da Carlotta Caponi, segretario generale dalla FAI nell’ambito dell’Assemblea che si è svolta a Bergamo il 13 e 14 giugno scorso: un progetto condotto in collaborazione con l’IRU (l’associazione internazionale dell’autotrasporto) e approvato dal ministero del Lavoro lo scorso 11 giugno che prevede la formazione di autisti in Marocco, con la frequenza dei corsi per la CQC e l’arrivo in Italia per sostenere l’esame finale ed essere impiegati nelle aziende, con un risparmio notevole in termini di tempi ed energie da parte delle aziende. Stessa impostazione per quello seguito da NGV Italy, ma diretto verso l’India. L’iniziativa è stata annunciata dalla presidente dell’associazione che riunisce i produttori di biocarburanti, Mariarosa Baroni, durante l’evento a sostegno della neutralità tecnologica promosso dall’associazione a Roma il 25 giugno alla presenza dell’Ambasciatore dell’India in Italia, Shri Vani Rao. “Stiamo lavorando con l’India – ha detto Baroni – per formare sul posto autisti professionisti e inserirli in Italia”. 

Formazione nel paese di origine anche nel nuovo decreto flussi

Anche nelle finalità del nuovo decreto flussi, varato ieri dal Governo in via preliminare, compare l’attivazione di “canali di comunicazione fondamentali nel dialogo con i Paesi di origine dei flussi migratori” per contrastare fenomeni di irregolarità e sfruttamento dei lavoratori. Previsto anche un ridimensionamento del meccanismo del “click day”, che potrà avvenire seguendo un percorso graduale -si legge nella nota di Palazzo Chigi – che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati dai datori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine. Il decreto prevede, per il 2026, 164.850 ingressi autorizzati. Nell’arco del triennio 2026-2028 le unità autorizzate saranno 497.550 con la seguente ripartizione: lavoro subordinato non stagionale e autonomo, 230.550 unità e lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico, 267.000 unità.

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