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Ecco come le associazioni di categoria pensano di riformare l’autotrasporto

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Si chiama «Di qua o di là» ed è il gioco con cui oggi abbiamo pensato di dilettarvi. Un gioco semplice: riportare le opinioni sul tappeto dell’autotrasporto in maniera diretta, fuori dalle polemiche, fuori dalle accuse incrociate, fuori dalle macchine del fango e da tutto ciò che fa male alla categoria. Scopo del gioco è quello di fare in modo che dal dibattito, dal confronto vengano fuori soluzioni il più possibile unitarie e soprattutto utili al bene dell’autotrasporto. Non pretendiamo cioè che tutte le associazioni la pensino allo stesso modo, anche perché la logica del pensiero unico ci fa tremare i polsi. Ma almeno per un giorno vorremmo provare, fuori dalla cronaca urlata, a mettere in colonna le diverse posizioni, magari anche per chiedervi una compartecipazione e per farvi dire la vostra.

Come sui pedaggi, il gioco vede due squadre distinte: da una parte l’intero comparto di Unatras, che comunque, dopo gli Stati Generali di Fiuggi, registra sempre più un avvicinamento di Anita; dall’altra parte CNA-Fita che, anche attraverso provocazioni e posizioni controcorrente, cerca di rompere le fila per riacquisire una posizione di primo piano. Cosa vuol dire rompere le fila? Lo si capisce dando uno sguardo sull’orizzonte del settore, il più allargato possibile. Da una parte, infatti, molto distante si incontra Confetra che da sempre coltiva il sogno di creare una confederazione allargata a tutti gli attori della filiera del trasporto. Sogno appena appena accarezzato – paradossalmente – con l’entrata di Trasportounito, negli ultimi anni la più agguerrita e battagliera delle associazioni.
Dall’altra parte, invece, c’è un altro sogno che negli anni ha trovato sempre maggiore espressione. Si chiama Conftrasporto e le sue file trovano costantemente nuovi e diversificati adepti. Oltre alla capofila Fai, infatti, c’è la dinamica Fiap che adesso esprime anche il vicepresidente dell’Albo, la tecnica Unitai e da ultimo anche la rinata Assotir, giunta cioè a nuova vita grazie a una linea d’azione sempre più calibrata.
CNA-Fita, rimasta nel mezzo, prova ad alzare la voce, a costruire battaglie di principio in grado di coinvolgere positivamente anche l’opinione pubblica (esemplare quella sulla legalità), ma sta di fatto che si trova in una posizione scomoda: se rimane nel mucchio sa che rischia di scomparire, se ne esce completamente rischia di rimanere su posizioni di retroguardia. 

Ma cosa vuole di fatto? Cosa propone? In estrema sintesi il suo pacchetto di proposte per riformare l’autotrasporto passa attraverso questi punti: 
– conservazione dell’azione diretta (a favore del subvettore, il quale non avendo ottenuto il pagamento della fattura di trasporto dal vettore può rivolgersi direttamente al committente) seppure mitigata da una clausola di mediazione preventiva obbligatoria patrocinata dalle associazioni di categoria
– limitazione della subvezione a massimo due passaggi
– obbligatorietà dei contratti scritti per favorire la piena tracciabilità operativa delle imprese
– introduzione tramite un indice ministeriale dei costi massimi, quelli non dipendenti cioè dalla filiera logistica (pedaggi, traghetti e carburante), da ribaltare in fattura direttamente al committente
– mantenimento dei fondi per il rimborso delle accise previsto dalla normativa europea;
– reintroduzione dell’accisa mobile ed eliminazione dell’Iva sulle accise;
– rendere strutturali le spese per deduzioni forfettarie, riduzioni dei premi Inail;
– armonizzazione a livello europeo dei costi del lavoro e della fiscalità dei costi operativi
– introduzione della clausola di salvaguardia o soluzioni disincentivanti per vettori stranieri sugli esempi attualmente in discussione in Francia e Germania.

E veniamo alle proposte uscite dagli Stati Generali di Fiuggi e quindi dal comitato di presidenza Unatras dello scorso 22 ottobre. Rispetto alle prime i punti nodali sono i seguenti:
– semplificazione normativa e burocratica;
– attenzione ai passaggi di filiera;
– deciso ruolo dell’Albo come organismo di controllo e di verifica della regolarità delle imprese;
– definizione di misure per lo sgravio del costo del lavoro;
– programmi di formazione specifici per le Forze dell’Ordine.

A questi punti fermi nel corso della presidenza Unatras sono stati aggiunti questi punti:
– adesione alle modifiche introdotte con emendamento alla legge Sblocca Italia e con la legge di Stabilità rispetto alla lotta al cabotaggio (inversione dell’onere della prova), alla possibilità di godere delle risorse per gli investimenti direttamente in compensazione tramite F24 e alla riforma dell’Albo;
– accettazione dello stanziamento del governo di 250 milioni per il settore, visti pure gli interventi messi in campo rispetto al taglio del costo del lavoro e al mantenimento della riduzione dei premi Inail
– contrarietà al taglio delle accise nella misura del 15%, visto che produrrebbe una riduzione dell’attuale compensazione e sollecitazione al ministro dei Trasporti di conoscere le modalità con cui tenere in vita il recupero dell’accisa oggi in vigore;
– conferma delle modalità di suddivisione delle risorse stanziate dal governo, senza cioè adottare stravolgimenti rispetto alle norme attuali o penalizzando alcuni comparti. 

A questo punto dopo aver letto, potete soppesare e – se lo desiderate – esprimervi. Ovviamente sui social…

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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