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Evergreen lascia Taranto per il Pireo

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Dal 15 settembre Evergreen sposta quattro linee, due oceaniche e due feeder, dal porto di Taranto a quello greco del Pireo. Non è una bella notizia. La società taiwanese, infatti, è azionista al 40% della Taranto Container Terminal, mentre il 50% è di proprietà della Hutchinson Whampoa, multinazionale di Hong Kong che presidia circa il 13% del mercato mondiale. Una comproprietà nata nel 2009, con l’ingresso in pompa magna della società di Hong Kong, che si affiancava a Evergreen, che fino ad allora gestiva praticamente in esclusiva il terminal. Ma evidentemente qualcosa in questo rapporto si è rotto. Inutile capire il perché. Ciò che conta è la tendenza: i porti italiani perdono terreno e capacità competitiva, a vantaggio di scali nordafricani, spagnoli e adesso anche greci. C’è una massa di ricchezza che vola via, attratta da situazioni molto più vantaggiose in termini di tasse di ancoraggio, di accise sui prodotti energetici, di oneri sociali. E così succede quel che succede. La danese Maersk prende posto a Port Said in Egitto, i coreani dell’Hanjin sbarcano a Tarragona in Spagna, la cinese Cosco trova spazio nel Pireo e i francesi della CMA attraccano a Malta. Tutte compagnie che fino a ieri transitavano anche dalla nostre banchine. Certo, ci sono realtà in crescita, in Liguria o a Venezia. C’è anche la notizia che Cagliari riduce le tasse di ancoraggio del 90%. Ma ci vuole anche altro. In fretta.  

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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