Filotto di infrazioni ieri per un autista di 35 anni impegnato in un trasporto di rifiuti nei pressi di Monza. Nel corso del viaggio, infatti, è incappato in un posto di controllo della locale polizia municipale che lo ha vivisezionato scoprendo un lungo elenco di gravissime lacune. La prima riguardava la patente: l’autista, un egiziano residente a Corsico, non ne era in possesso. Non perché l’avesse dimenticato, ma perché non l’aveva mai acquisita. Anche se, effettuate ulteriori verifiche, spuntava fuori la seconda lacuna, visto che l’uomo non aveva un regolare permesso di soggiorno.
La terza lacuna riguardava l’assicurazione del camion, anche questa “latitante”. A quel punto si è passati al carico. E lì i vigili hanno appurato la quarta: i rifiuti erano trasportati in modo abusivo, senza cioè una regolare documentazione.
A quel punto è scattata l’indagine sull’azienda e qui si scopriva che l’autista non aveva un contratto e che i titolari dell’azienda lo facevano lavorare in nero senza limiti di orario prestabiliti. Insomma, lo sfruttavano il più possibile. Quanto lo paghessero, invece, non veniva appurato. In ogni caso i due titolari dell’azienda (uno dei due era un milanese di 70 anni, l’altro un egiziano) sono stati denunciati non soltanto per trasporto abusivo di rifiuti, ma anche per sfruttamento della condizione lavorativa. Cosa che comporta, oltre al raddoppio di tutte le contribuzioni non versate, una sanzione pecuniaria che si ferma fino ai 9.000 euro soltanto perché il rapporto di lavoro era iniziato da 15 giorni (oltre i 30 giorni infatti la sanzione raddoppia e oltre i 31 si triplica). Anche se in questo caso il fatto che il lavoratore in questione fosse uno straniero costituisce un aggravante, che aumenta ulteriormente la pena.
Diverso il destino dell’autista: la questura ha provveduto al rimpatrio.