Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneFinanza e mercatoControlli della Guardia di Finanza. Se la sanzione è dietro l'angolo

Controlli della Guardia di Finanza. Se la sanzione è dietro l’angolo

Molte le irregolarità nella richiesta degli incentivi: superficialità delle aziende, imperizia dei consulenti, burocratismi eccessivi nelle procedure per ottenerli. E ora molte imprese rischiano multe fino al doppio di quanto ottenuto e procedure penali che ne mettono a rischio il requisito di onorabilità, senza il quale non possono lavorare

-

Il terrore corre sul camion. A settembre la Guardia di Finanza ha denunciato due aziende di autotrasporto di Prato per aver utilizzato crediti d’imposta rispettivamente per 68 mila euro e per 28 mila euro per attività di ricerca e sviluppo «mai svolte». Soltanto un mese dopo, un’azienda di trasporto e logistica di Caserta ha subito il sequestro preventivo di 1.126.596 euro perché la Guardia di Finanza aveva individuato nei bilanci 2018 e 2019 crediti d’imposta «illeciti» – anche in questo caso per ricerca e sviluppo – per oltre un milione di euro. Sono solo due degli ultimi casi denunciati dalle Fiamme Gialle (senza fare il nome delle imprese) che ultimamente hanno intensificato la loro attività di controllo proprio sui crediti d’imposta erogati sotto l’ombrello denominato Industria 4.0, proprio per l’entità dell’investimento, al quale hanno fatto ricorso non solo gli autotrasportatori. Tant’è che i commercialisti del settore valutano che l’Agenzia delle Entrate abbia stabilito l’attivazione di controlli su un 40% dei fruitori dell’agevolazione.
Sui casi di Prato e di Caserta – una specie di punta dell’iceberg – saranno le ulteriori indagini e, alla fine, la magistratura a decidere, ma stando a quel che raccontano molti trasportatori è una tempesta perfetta fatta di leggerezza, imperizia e burocratismi che si sta addensando sul settore.

Tutto comincia a fine 2016, con la legge di Bilancio del 2017, che vara gli incentivi di Industria 4.0, offrendo la possibilità di utilizzare il credito d’imposta per spese effettuate in tre direzioni: ricerca e sviluppo, acquisto di beni strumentali integrati con il gestionale aziendale e formazione. Con benefici davvero allettanti: per il 2022 fino 20% (massimale 4 milioni) per le attività ricerca e di sviluppo, che scendono al 10% (massimale 5 milioni) per gli anni successivi fino al 2031; fino al 50% per investimenti fino a 2,5 milioni (per il 2021, poi del 40% e del 20% nei due anni successivi) per l’acquisto di beni strumentali tecnologicamente avanzati e fino al 70% dei costi per la formazione nelle piccole imprese (50% per le medie e 30% per le grandi) con un massimale di 250-300 milioni.
Senonché, la concessione del credito d’imposta è sottoposta a una serie di regole e regolette non sempre chiaramente comprensibili e, comunque, spesso sottovalutate da consulenti poco affidabili, ai quali si sono affidate con una certa leggerezza molte aziende. «In molti casi», spiega Alessandro Peron, segretario della Fiap, che per primo ha lanciato l’allarme nel settore, «si tratta di consulenti che hanno spacciato la procedura in maniera semplicistica, pur di guadagnarsi la consulenza; in altri casi, qualche costruttore ha venduto dei beni in maniera un po’ tropo superficiale, senza spiegare accuratamente cosa c’era da fare. Fatto sta che adesso molte aziende sono a rischio di pesanti sanzioni».

Perché il mancato rispetto di quelle regole e regolette viene considerata frode fiscale e comportano la restituzione del credito e il 30% di multa, se la frode è al di sotto dei 100 mila euro. Ma al di sopra di questa cifra le penalità diventano pesantissime, con la restituzione del credito e una multa aggiuntiva del 200%. Oltre al procedimento penale che, se si aggiunge ad una precedente indagine, rischia di indurre il Prefetto a sospendere l’onorabilità e, dunque, a dover interrompere l’attività di autotrasporto in conto terzi.
Due le mancanze più frequenti. Nel caso della formazione, la documentazione necessaria a provare che tutte le attività sono state effettivamente svolte, che abbia riguardato la digitalizzazione e che i corsi siano stati tenuti da personale formato adeguatamente. Dunque: registri, documenti e scartoffie che non tutti hanno pensato di dover fare, se non formatori che in molti casi erano interni e non formati. Nel caso dei beni strumentali, la questione è ancor più sottile: molte imprese hanno acquistato semirimorchi refrigerati considerati magazzini in movimento, che potevano (e dovevano) essere controllati telematicamente da dispositivi di bordo, con un interfaccia – attenzione – da mantenere in funzione per tutto il tempo in cui si è goduto del beneficio. Un termine controverso, tant’è che solo nel luglio 2021 una circolare dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito e confermato l’obbligo del mantenimento dei requisiti per tutto il periodo di fruizione degli incentivi.

Che fare a questo punto? La sanzione è, comunque, in capo all’impresa che, certo, potrebbe rivalersi sul consulente che ha sbagliato (e che generalmente è assicurato). Ma quale compagnia d’assicurazione offre massimali adeguati a coprire le pesantissime sanzioni previste in questi casi? E, poi, spesso conviene andare a trattativa con l’Agenzia delle Entrate e ottenere una transazione, ma una volta raggiunto l’accordo, non ci si può più rivalere.
E chi non è stato (ancora) colpito? Deve controllare tutto e accertare che le procedure siano state rispettate e la sua documentazione sia in regola. Rivolgendosi, però, questa volta a professionisti seri, meglio se certificati dal ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), come quelli ingaggiati dalla Fiap nella task force costituita in fretta e furia appena alcune aziende associate hanno mostrato i verbali della Guardia di Finanza. «Esaminiamo i progetti», spiega Peron, «Se troviamo delle anomalie che possono essere sanate, le facciamo sanare di modo che l’azienda possa passare positivamente il controllo, se invece non possono essere sanate, il consiglio che noi diamo è di restituire immediatamente il credito d’imposta perché il rischio è troppo alto».

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link