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Da grigio a fosco: previsioni per l’autotrasporto europeo per il 2023

Regna l'incertezza sul trasporto merci stradale. L'aumento dell'inflazione, la crisi energetica, una diffusa difficoltà del settore manifatturiero, faranno salire il settore dell'1,1%, a fronte di un PIL che dal 3,2% del 2022 scenderà allo 0,6%. Sono dati che Transport Intellingence incrocia con altri fenomeni endogeni, come la carenza di autisti che diventerà sempre più grave nei prossimi 5 anni, la congestione di alcune infrastrutture ferroviarie che sposterà traffico sulla strada, l'andamento del prezzo del gasolio spinto in alto dalla carenza e in basso dalla contrazione economica

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Il mercato europeo del trasporto merci su strada rallenterà, crescendo soltanto dell’1,1% in termini reali fino a raggiungere i 389.338 milioni di euro. Lo rilevano un’analisi elaborata da Transport Intelligence (Ti) in cui si evidenzia come l’aumento dell’inflazione, la crisi energetica, il rischio di recessione e le sfide del settore manifatturiero ostacoleranno in modo significativo la performance del mercato nel 2023.
La crescita del PIL nell’Europa avanzata dovrebbe scendere dal 3,2% nel 2022 allo 0,6% nel 2023, con una revisione al ribasso di 0,7 punti percentuali rispetto alle proiezioni del FMI di luglio. Anche nelle economie europee emergenti si prevede un forte calo della crescita, dal 4,3% nel 2022 all’1,7% nel 2023, con una revisione al ribasso di 1 punto percentuale.
Il rallentamento del 2023 riguarderà il trasporto merci su strada sia nazionale che internazionale, seppure il primo sarà più marcato. Per la precisione, il mercato nazionale europeo dell’autotrasporto dovrebbe espandersi dello 0,7% in termini reali, mentre quello internazionale dovrebbe registrare una crescita del 2,1%.
I fattori che funzionano da freno per la ripresa sono noti: la guerra in Ucraina, la crisi energetica, l’inflazione elevata e l’incombente recessione globale. Tutto ciò peserà sul potere d’acquisto dei consumatori che, a sua volta, avrà un impatto sulla domanda di trasporto su strada.

Produzione industriale e manifatturiera

La carenza di materie prime e di prodotti intermedi, l’indebolimento della domanda e le carenze energetiche offuscano le prospettive del settore manifatturiero in Europa. Transport Intelligent prende come esempio il caso della Germania, principale esportatore manifatturiero europeo, che subirà una battuta d’arresto. Una recente indagine delle Camere dell’Industria e del Commercio tedesche (DIHK), condotta su un campione di 3.500 produttori, ha rilevato che il 16% sta riducendo la produzione o interrompendo parzialmente l’attività a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia. Gli ordini tedeschi sono ancora alti e questo induce a pensare che non ci sarà un calo significativo della produzione, però i nuovi ordini sono sempre meno numerosi e alimentano grigie prospettive.
I problemi sono particolarmente gravi nell‘industria automobilistica. Mentre la carenza di semiconduttori continua a sconvolgere la produzione, in Europa l’attenzione si sposta sugli effetti della carenza di gas. Mentre i governi annunciano misure emergenziali per ridurne l’uso industriale, le case automobilistiche europee aumentano gli sforzi per ridurre l’uso di energia. Secondo ACEA e S&P Global Mobility, tutto ciò porterà a potenziali perdite di produzione da parte degli stabilimenti europei di oltre 1 milione di unità a trimestre, già a partire dal quarto trimestre del 2022 e fino a tutto il 2023.

Inoltre, secondo l’Istituto Ifo di Monaco di Baviera, circa il 90% delle aziende di ogni settore non riceve tutti i materiali e i prodotti intermedi di cui ha bisogno per far funzionare le proprie fabbriche.
Mentre molte aziende tecnologiche nutrono speranze per il 2023, i produttori automobilistici tedeschi hanno una visione più pessimistica al riguardo. Sia il Gruppo Mercedes-Benz che Volkswagen hanno dichiarato che la carenza di chip non solo non finirà nel 2022, ma continuerà per tutto il 2023, poiché si tratta di un problema strutturale che non può essere risolto rapidamente.

Congestione infrastrutturale e ridotta capacità di carico

La guerra in Ucraina sta avendo un impatto sostanziale sulle economie europee, sull’approvvigionamento energetico e di conseguenza sul mercato del trasporto merci su strada. Per evitare l’interruzione dell’approvvigionamento energetico, la Germania ha emanato un decreto legislativo per la sua rete ferroviaria, dando temporaneamente la priorità al trasporto di energia in modo da garantire il funzionamento continuo di centrali elettriche, raffinerie e reti elettriche. La misura sarà in vigore per 6 mesi. Considerando il già elevato utilizzo della rete di trasporto merci su rotaia, anche a causa dell’aumento delle spedizioni di grano dall’Ucraina, la limitata capacità ferroviaria potrebbe causare uno spostamento delle merci non prioritarie su strada. Dopo la Germania, anche la Polonia ha dato priorità al trasporto del carbone su rotaia rispetto ai passeggeri e ad altre merci. Di conseguenza le reti stradali, nonostante siano già fortemente congestionate, dovranno assorbire le merci che non vengono trasportate su rotaia.
Infine, si sta registrando una capacità di trasporto più contenuta molto probabilmente a causa della carenza di forza lavoro e in particolare di autisti. Secondo la borsa merci eCargo di Timocom, in alcuni Paesi europei si è registrato un calo significativo dell’offerta di spazio nei veicoli. In Germania, per esempio, nei primi nove mesi del 2022 Timocom ha registrato il 24% di capacità in meno rispetto al 2021. E fenomeni analoghi si stanno manifestando anche in Romania e in Ungheria, che tradizionalmente svolgono un ruolo da paesi-vettori.

La Polonia, invece, fa eccezione e registra al contrario un aumento della capacità dei camion. Una giustificazione di questa apparente stranezza la si rinviene nell’applicazione delle modifiche normative introdotte con il Pacchetto Mobilità: a partire da maggio 2022, i trasportatori che gestiscono flotte di veicoli tra le 2,5 e le 3,5 tonnellate sono obbligati a soddisfare gli stessi requisiti che finora interessavano solo i trasportatori attivi con veicoli sopra le 3,5 tonnellate. Di conseguenza, affidarsi a furgoni con peso fino a 3,5 tonnellate è diventato sempre meno attraente per i trasportatori polacchi, che a questo punto fanno il salto direttamente su camion più grandi. Prova ne sia che, nel terzo trimestre del 2022 la Polonia – dati Acea – ha registrato il 15,7% in più di immatricolazioni di autocarri di peso superiore a 3,5 tonnellate, mentre le immatricolazioni di veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 tonnellate sono diminuite del 13,1%.

Carenza di autisti

In molti Paesi europei (Francia, Spagna, Germania, Romania, Polonia e Danimarca) la domanda di autisti ha continuato a crescere (+44%) tra gennaio e settembre 2022. Ogni trimestre vengono aperte almeno 6.000 nuove posizioni e, in prospettiva, si prevede che la domanda continui a crescere del 10% all’anno nei prossimi cinque.
L’invasione russa dell’Ucraina sta ulteriormente aggravando il problema e limita l’offerta di camionisti in Germania, dove gli immigrati rappresentano il 24% della forza lavoro degli autisti e gli uomini ucraini sono tornati in patria per combattere.
Il picco, stando alle previsioni, dovrebbe arrivare nel 2026, quando la domanda si potrebbe moltiplicare per sette in Francia. D’altra parte tra cinque anni, circa il 30% degli autisti di camion che attualmente hanno più di 55 anni andrà in pensione, il che rappresenta un terzo di vuoto da colmare.

In generale rispetto ai prossimi cinque anni la previsione è che oltre la metà dei posti di autista di camion non sarà occupata. 

Costi del carburante e aumenti delle tariffe

L’impennata dei prezzi del gasolio sembra al momento essersi arrestata. I dati più recenti mostrano che nell’UE i prezzi medi del gasolio nel terzo trimestre del 2022 sono diminuiti dell’1,7% rispetto a quello precedente. Ciononostante, le prospettive per i prezzi del gasolio in Europa rimangono incerte. Inoltre, bisogna considerare che l’UE è pronta ad adottare un divieto di importazione del greggio russo. Questa politica impedirà ai barili di petrolio di entrare nel continente, consentendo al mercato mondiale di commerciare e raffinare il petrolio russo solo per la vendita in Europa, a condizione che siano applicati severi limiti di prezzo per l’acquisto del greggio.
Secondo la Commissione europea, nel 2020 il 29% del greggio extra-UE proveniva dalla Russia, per cui la decisione del Paese di accettare o meno questi limiti di prezzo avrà un forte impatto sulla fornitura di gasolio in Europa. E i primi effetti di questa situazione si potrebbe sentire già da dicembre, quando dovrebbe scattare l’inizio delle restrizioni.
Anche se l’offerta rimane scarsa e si prevede che si restringa, questo non significa che l’aumento dei prezzi del gasolio sia inevitabile. D’altra parte, si prevede che il contesto economico in declino in Europa ridurrà la domanda aggregata di petrolio, esercitando di conseguenza una pressione al ribasso sul prezzo del gasolio. Insomma, ci sarà un bilanciamento, ma non è chiaro da che parte finirà per pendere.

Tirando le somme

Considerando l’incertezza economica, è difficile secondo Transport Intelligence fare previsioni affidabili per i prossimi anni e le prospettive del mercato europeo del trasporto merci su strada dipenderanno dall’esito di vari fattori di difficile definizione.
Tuttavia, gli operatori affermati del mercato del trasporto merci su strada stanno già avvertendo un rallentamento del mercato. Waberer’s ha di recente segnalato un calo della domanda di servizi di trasporto su strada nella seconda metà del 2022, in particolare da parte dei rivenditori, e prevede che questa tendenza continuerà.
Nel comunicato relativo al terzo trimestre del 2022, DSV ha inoltre dichiarato che il rallentamento dell’economia sta avendo un impatto sulle sue attività di trasporto su strada, soprattutto per quanto riguarda le attività legate al business-to-consumer e al commercio al dettaglio/e-commerce, e prevede che i mercati continueranno ad essere influenzati negativamente dal rallentamento dell’economia.

Ma sono soltanto esempi, che il tempo potrebbe anche smentire. Questa, almeno, è la speranza…

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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