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Finocchi: «L’autotrasporto sta cambiando pelle: aziende sempre più grandi, padroncini sempre meno»

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«È in corso una ristrutturazione graduale del settore dell’autotrasporto. Stanno diminuendo i monoveicolari, mentre sono in crescita le imprese più strutturate. Ciò vuol dire che il settore sta andando verso una maggiore forza contrattuale di fronte alla committenza». Lo ha affermato Enrico Finocchi, presidente dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori, nel corso del convegno «Sostenibilità e sicurezza per l’autotrasporto italiano», in corso questa mattina presso il Transpotec di Milano.

Il presidente dell’Albo ha diffuso alcune statistiche sulla composizione delle imprese iscritte. Dai numeri è emerso che circa la metà resta di dimensione artigianale, con 21.573 imprese monoveicolari e 32.776 con una flotta da 2 a 5 veicoli. Questa resta la dimensione preponderante, anche se i numeri indicano una tendenza alla diminuzione: le imprese monoveicolari sono infatti diminuite del 2,38% tra il 2020 e il 2021, mentre quelle tra 2 e 5 veicoli segnano un calo dello 0,14%. Sono in crescita invece le imprese con flotte da 6 a 20 veicoli: in totale sono 19.349 (+2,36% rispetto alle 18.902 del 2020), un numero che le sta portando ad avvicinarsi progressivamente ai monoveicolari. Salendo di dimensione, la quota si assottiglia: 5.301 imprese hanno un parco tra 21 e 50 veicoli (+3,43%), 1.446 tra 51 e 100 veicoli (+2,55%) e 887 possiedono più di 100 veicoli (+6,61%).

Finocchi ha sottolineato poi come come uno degli obiettivi dell’Albo sia quello di effettuare una vera e propria operazione di «pulizia» delle imprese. «Nel 2021 abbiamo effettuato verifiche a tappeto per tutte le imprese iscritte all’Albo ma non alla camera di commercio. E ne abbiamo cancellate circa 10.000. Il nostro obiettivo ovviamente non è quello di cancellare semplicemente le imprese dall’albo, ma di avere un albo più sano, con imprese sane e regolari, che non facciano concorrenza sleale».

Per le attività di verifica l’Albo è partito da un campione di 21.598 imprese con zero veicoli. «E proprio dall’attività di verifica sono emerse diverse irregolarità», ha affermato Finocchi, che ha poi snocciolato un po’ numeri. L’irregolarità più comune è il contributo all’Albo non versato o versato parzialmente rispetto agli ultimi 5 anni (7.749 irregolarità riscontrate, pari al 26% sul totale), seguita dalla discrepanza tra i dati presenti nell’Albo con quelli presenti nel registro delle imprese (7.669 irregolarità, pari al 25%). Le altre irregolarità riguardano la mancata integrazione del requisito della sede operativa (5.640 irregolarità, pari al 19%), la documentazione comprovante il requisito di idoneità finanziaria scaduta (2932, 10%), la mancata congruità tra numero e conducenti di veicoli, l’iscrizione all’albo diversa da «attiva» e la mancata iscrizione al REN (in totale 6.380 irregolarità, pari al 20%).

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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