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Fondazione Ania-Federtrasporti: più di 1500 incidenti evitati con un “progetto sicurezza” / VIDEO

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La formazione alla sicurezza funziona. Ma soltanto se viene portata avanti con i giusti metodi. Il Gruppo Federtrasporti in collaborazione con la Fondazione Ania lo ha sperimentato in modo concreto: se nel 2004 aveva una frequenza sinistri (il rapporto cioè tra incidenti e veicoli assicurati) del 68,8%, nel 2010 è arrivata al 41,3%, un taglio di 27,5 punti percentuali che il presidente di Federtrasporti, Emilio Pietrelli, ha tradotto in modo esemplare nel corso di un convegno svoltosi a Roma, a Palazzo Marini, lo scorso 24 maggio: «Se la nostra frequenza sinistri fosse rimasta quella del 2003, quella cioè antecedente al progetto, oggi dovremmo fare i conti con oltre 1500 incidenti in più, con tutte le conseguenze economiche e umane che avrebbero generato». Un risultato reso possibile da un intenso progetto che ha contemplato azioni formative in aula come in autodromo, il ricorso a strumenti tecnologici come la sensibilizzazione su una corretta alimentazione, dagli incentivi economici per autisti “virtuosi” fino a controlli alla vista effettuati tramite un laboratorio oculistico “viaggiante”, ospitato all’interno di un veicolo commerciale.

Un programma articolato, composto da interventi diversificati e gestito attraverso relazioni con enti qualificati. Due caratteri – la moltiplicazione delle azioni formative e la specializzazione dei formatori – che lo stesso Pietrelli ha indicato tra i fattori di successo.

Un altro fattore, però, il presidente di Federtrasporti ha sottolineato come vincente: «per ottenere risultati è necessario che le diverse azioni puntino a quel preciso referente che sono le persone, gli uomini. Perché se la sicurezza è una cultura, trova espressione e valore soltanto attraverso gli uomini. Ma perché questo avvenga c’è bisogno che ogni momento, ogni azione non venga percepita come un’imposizione, come una privazione, quanto piuttosto come una crescita. C’è bisogno cioè che ogni singolo condivida le azioni intraprese».

«Un coinvolgimento possibile – ha tenuto a specificare Pietrelli – in particolare in strutture aggregate (per lo più, consorzi e cooperative) come le nostre, in cui le relazioni interpersonali sono in pratica un tutt’uno con quelle lavorative. Ovviamente, dove questa relazione si precarizza anche l’investimento in sicurezza ottiene minori risultati».

Il progetto Sicurezza nel Trasporto Pesante ha avuto un tale successo che la Fondazione Ania – come ha ricordato il segretario generale Umberto Guidoni – lo ha sottoposto all’attenzione anche di altre omologhe realtà europee, «che sono rimaste favorevolmente colpite e lo hanno giudicato come una best practice da riprendere e da replicare».

Sulla stessa lunghezza sono stati anche gli interventi del presidente della Commissione Trasporti della Camera, Mario Valducci, che ha ribadito l’impegno del Parlamento per omologare le varie normative europee del settore, perché differenze sostanziali in tal senso finiscono per turbare la concorrenza e di conseguenza per innescare una corsa al ribasso che non giova alla sicurezza.

Silvia Velo, invece, vicepresidente della Commissione Trasporti, ha elogiato il progetto Federtrasporti/Fondazione Ania in particolare nei suoi risvolti economici: «dire che la sicurezza non è un costo quanto un investimento può suonare come uno slogan vuoto. Questo progetto invece evidenzia concretamente che tutto quanto si spende in formazione e sensibilizzazione genera ritorni sotto forma di riduzione dei premi assicurativi, di aumento della produttività degli autisti, di contenimento dei fermi macchina e dei costi di manutenzione. A maggior ragione quindi c’è bisogno che anche altre realtà adottino progetti analoghi».

In conclusione, il sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino ha indicato, tra le misure che il governo è disposto ad adottare per incrementare la sicurezza, quella di estendere il ricorso al Fondo di Garanzia anche rispetto alla spesa assicurativa delle aziende e di diffondere l’uso della scatola nera, visti pure i risultati ottenuti dal progetto. Come infatti ha ribadito Umberto Guidoni «la frequenza sinistri dei 2.000 veicoli pesanti dotati di scatola nera è passata, infatti, dal 41,1% del 2008 (anno di inizio del monitoraggio) al 39,5% del 2009, ed è sempre stata inferiore a quella dei mezzi che non sono dotati del dispositivo».

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La redazione di Uomini e Trasporti

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